“A dieci anni dall’11 settembre, il nord del mondo non dà le carte e non detta le regole. C’è la Cina, ad esempio, che sta dialogando con tutti i 54 paesi africani”. Così David Sassoli, capodelegazione Pd al Parlamento europeo, ospite domenica pomeriggio di Festa Reggio assieme a Lapo Pistelli, parlamentare e responsabile delle relazioni internazionali del Pd, a Roberto Ferrari, segretario provinciale del Pd, ed al giornalista Massimiliano Panarari spiega come sono cambiati gli equilibri geopolitici ed economici rispetto a 10 anni fa, quando l’equilibrio del mondo fu spezzato dall’implosione delle Twin Towers.
Un avvenimento che, con il suo tributo di vite umane, è entrato nella memoria collettiva – e non a caso l’incontro è partito con i ricordi di quella giornata, da Pistelli in auto cui telefona la madre per segnalare l’accaduto a Sassoli “prelevato” di forza dalla mensa Rai per ritornare in redazione, e che ha lasciato innegabili strascichi anche sulla situazione internazionale.
“Sia l’Europa sia gli Usa, adesso, sono molto più poveri di quanto non fossero nel 2001”, ricorda Pistelli, per il quale “l’11/9/2001 è una data di svolta per la paura, mentre il 9/11/1989 (la caduta del muro di Berlino) è una data di svolta per la speranza. L’Europa oggi è una scelta di campo, improntata sul realismo, perché l’Italia, ad esempio, è aggredibile, come la Grecia e il Portogallo, mentre l’Europa non è scalabile”.
Ed allora, per uscire dall’empasse economico, dalle borse in continuo calo, cos’è possibile fare? Per Pistelli, “ci vuole più integrazione, e non ci vogliono chiusure”. Secondo Sassoli, “occorre un’Europa politica, e la vera svolta ci sarà guidando l’economia con la politica. Quindi, una riforma fiscale europea, mettere tutti i cittadini europei in condizioni di eguaglianza, anche dal punto di vista dei salari, perché ci vuole un mercato in cui alla stessa prestazione lavorativa corrisponda il medesimo salario”.
Non poteva mancare un accenno di politica interna: “Se Berlusconi martedì transiterà dalle parti del Parlamento europeo, pur avendo sempre ritenuto che la polemica ci voglia, ma cercando di non umiliare il paese, penso che qualche fischio arriverà”, è la conclusione di Sassoli.