Tullio De Piscopo, Steve Grossman, Tom Kirkpatrick quartet e la Street Dixieland jazz Band. Sono i nomi che sabato prossimo accenderanno di musica la ‘notte bianca’ del jazz, in programma a Bologna, in occasione dei ‘T Days’. La manifestazione culturale, presentata oggi a Palazzo D’Accursio, che accompagna la pedonalizzazione del cuore della citta’ per tutto il week-end, si aprira’ alle 17.30 in via Caprarie. Ad inaugurare ‘La strada del Jazz’ sarà il regista Pupi Avati che scoprirà la targa ‘Alberto Alberti’ e presenzierà  alla posa della stella in memoria a Chet Baker.

Dalle 19 alle 20.30, la musica sara’ in via Orefici con la band ‘Amici di Alberto’, mentre dalle 20.30 alle 23 in tutto il Quadrilatero si esibira’ in forma itinerante la Street Dixieland Band.

Triplo concerto in contemporanea, invece, alle 21.15: De Piscopo salira sul palco in piazza Santo Stefano, Grossman in piazza Galvani e il quartetto Kirkpatrick in via Orefici. L’antemprima dell’evento si terra’ gia’ venerdi’ prossimo nei jazz club della citta’ e cioe’ al Bravo Caffe’, alla cantina Bentivolgio, a Il Posto e al Take Five.

L’evento si svolge grazie alla collaborazione tra Comune, fondazioni Carisbo e Del Monte, Camera di Commercio, Ascom, Bologna Jazz Festival e altri sponsor privati. “Per il 2012 lo sforzo dell’amministrazione – ha spiegato in conferenza stampa l’assessore comunale alla Cultura Alberto Ronchi – sara’ non sdoppiare le iniziative, ma organizzare un grande evento sul jazz per dare un’immagine forte della citta’ e caratterizzare Bologna come citta’ del jazz dal punto di vista nazionale”. L’ipotesi che ha avanzato Ronchi e’ quella di “valutare se spostare a dicembre il Festival del jazz”. D’Accordo con l’idea di valorizzare questa peculiarita’ bolognese e’ stato anche il presidente della Camera di Commercio Bruno Filetti, per il quale “Bologna ha un’assoluta necessita’ di darsi eventi che richiamino l’attenzione nazionale e internazionale”.

Per il presidente della Fondazione Del Monte Marco Cammelli non si puo’ prescindere dalla “questione degli spazi pubblici”. “Una partita cruciale – ha aggiunto Cammelli – che va giocata contro il rischio di un ritiro corazzato nel privato”. Secondo Cammelli, insomma, bisogna evitare semplificazione e “il rozzo dualismo” tra pubblico e privato. L’idea del presidente della fondazione del Monte e’ quella di procedere con ordine a partire dal lavoro volto a “capire quanti sono gli spazi pubblici, quali sono gli usi possibili e gli attori che vi possono operare nelle varie funzioni”. Il tutto, tenendo conto che, “c’e’ un legittimo interesse del privato che puo’ essere funzionale a quello collettivo”. In sostanza, ha concluso Cammelli, “se riusciamo a capire la partita sugli spazi pubblici, vuol dire che siamo vicini alla soluzione di molti problemi”.