“AD HOC” è un’espressione latina che significa letteralmente “per questo”, si usa per indicare qualcosa concepito appositamente allo scopo, appropriato al contesto. AD HOC è il titolo scelto dal critico d’arte Luca Panaro per un ciclo di mostre che prevedono la produzione di tre interventi di video-arte, installati a rotazione nei tre musei di Palazzo dei Pio: Museo del Palazzo, Museo della Città e Museo Monumento al Deportato. Le opere video sono realizzate per l’occasione da tre validi artisti contemporanei, traendo spunto dai principali eventi espositivi che si terranno in queste sedi fino a gennaio 2012. Dal 9 aprile al 12 giugno è stata allestita la prima di queste installazioni, dal titolo Lemniscata, opera dell’artista Maria Lucrezia Schiavarelli.

Venerdì 16 settembre alle ore 19, in occasione del Festival Filosofia sulla Natura, si inaugura la seconda video-installazione di questo ciclo con l’opera di Oreste Baccolini. L’intervento dell’artista è realizzato all’interno del Salotto Degoli nel Museo della Città ed è ispirato al mito di Apollo e Dafne, oltre che alla mostra Indistinti confini. Metamorfosi e altre mutazioni che si inaugura contestualmente nell’appartamento nobile di Palazzo dei Pio.

Partendo dalla lettura delle Metamorfosi di Ovidio, poema che raccoglie più di 250 miti greci, Oreste Baccolini isola e reinterpreta in chiave contemporanea una delle storie metamorfiche più note, quella che narra l’amore di Apollo per la bella ninfa Dafne. L’atteggiamento del dio nei confronti della vergine viene paragonato a quello di un cane da caccia che cerca di afferrare la sua preda, «l’uno è veloce per la speranza, e l’altra per il terrore»; per impedire ai due di congiungersi non rimane che la trasformazione di Dafne in albero.

Oreste Baccolini è nato nel 1964 a Grizzana Morandi, in provincia di Bologna. Oggi vive e lavora a Bazzano (BO). Dal 2000, dopo il Diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, il suo lavoro si concentra sull’utilizzo di vari linguaggi quali pittura, disegno, installazione, fotografia, video e tubo al neon. Fanno parte del lessico della sua ricerca il gran numero di informazioni visive che il mondo reale o i media immettono nel nostro orizzonte quotidiano, le quali diventano pretesto di una incessante riformulazione e traslazione percettiva: prelievi casuali, collage di frammenti e ripetizioni seriali (Mattino. Fine turno iniziato nel 2007 è un lavoro di archiviazione durato cinque anni) isolano o enfatizzano elementi visivi che in un’inedita e inaspettata rete di relazioni alimentano e costruiscono una personale e intima grammatica visiva.

Principali mostre personali: 2006, Paggeria Arte di Betta Frigieri, Sassuolo (Mo); 2003, Avion Blu, Modena; 2001, Palazzo Ducale, Pavullo (MO); 2000, Passaggi 2000, Galleria Civica, Modena.

Principali mostre collettive: 2011, Works on paper, Arts Space Beijing; 2010, Le bandiere della fortuna, Festival Filosofia, Carpi (Mo); Works on paper, Broadway Gallery New York; 2009, Works on paper, NY Arts Venice Pavillion; 2008, Tempo vuoto, Progetto “Hanging Around”, Chiesa di S. Paolo, Modena; 2007, Paggeria Arte di Betta Frigieri, Sassuolo (Mo); 2006, Cinque, Rocca dei Bentivoglio, Bazzano (Bo); 2005, arteingiro, Betta Frigeri, Sassuolo; 2004, Riparte, Betta Frigeri, Genova; 2003, Condizioni critiche, Festival provinciale dell’Unità, Modena; 2002, Io click. L’autoritratto fotografico nelle Accademie europee, Galleria Sagittaria, Pordenone / Spazio A. Paraggi, Treviso; Transit, giovani artisti tra Linz e Modena, Museo nordico, Linz (Austria); 2001, Eurart, Mostra internazionale di arte digitale, Gorizia; Itinerari della memoria, Galleria S. Salvatore, Modena; 2000, Portes Ouvertes, La Génie de la Bastille, Parigi; Arteincontemporanea, Modena, (premio CME); On-Off, Modena; Passaggi 2000 – Triangolazione giovani artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia/Accademia Carrara, Bergamo/Galleria Civica, Palazzina dei Giardini, Modena; 1998, L’Accademia in stazione, Stazione centrale, Bologna; Galleria La Cuba d’oro, Roma.

Pubblicazioni: 2007, Non di sola arte, Fondazione Giovanni Agnelli; 2001, Private n. 21, Self-portrait.

Il ciclo di mostre AD HOC prosegue in dicembre con l’installazione video di Francesco Nonino, che verrà realizzata nella sala dei Nomi del Museo Monumento al Deportato di Carpi.