La protesta sul depotenziamento dell’Ospedale di Pavullo sta montando. Ma le certezze rimangono poche. In settimana infatti ho ricevuto risposta alla mia interpellanza sul futuro dell’ospedale: tecnicismi per giustificare il declassamento, e giustificazioni sulla carenza di medici. Una carenza che però può solo aumentare con il depotenziamento: quanti infatti saranno disposti ad accettare una sede disagiata, in un ospedale declassato, e che sta perdendo le sue specificità? Da dove arrivano le certezze del sindaco Canovi: tutto rimarrà così com’è, dice, e allora i cambiamenti del PAL cosa sono? Carta straccia?

Purtroppo se non fermiamo questa emorragia il rischio è un circolo vizioso, che indurrà le persone a fidarsi meno dell’ospedale, con numero che caleranno, e che giustificheranno ulteriori tagli. Un meccanismo già sperimentato con Castelfranco, fiorente e in attivo negli anni novanta, e piano piano depotenziato, fino a trasformarlo col nuovo PAL in una casa della Salute.

Vogliamo davvero che l’unico ospedale della montagna diventi un presidio di prima emergenza? O una casa della salute?

Avv. Luca Ghelfi – Consigliere provinciale – PDL