Il liquido usato per le due bottiglie incendiare lanciate il primo settembre contro l’auto di un dirigente delle Poste a Bologna era benzina. Lo ha accertato la squadra Mobile della Polizia, che sta indagando sulla vicenda sotto il coordinamento del pm Claudio Santangelo: il fatto che gli ordigni fossero fabbricati con benzina e non con gasolio, come invece ipotizzato in un primo momento dalle Poste, significa che si tratta effettivamente di bombe molotov, quindi con maggiore pericolosita’ e potenzialita’ esplosiva.
La Citroen C3 del dirigente, che aveva spiegato agli investigatori di aver ricevuto in passato alcuni messaggi di minacce, era nel parcheggio interno della sede centrale delle Poste, in via Zanardi. Solo una delle due bottiglie era esplosa dopo che entrambe avevano sfondato i vetri della vettura. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per fabbricazione e porto di ordigni da guerra (iscrizione confermata quindi dagli accertamenti, perche’ tali sono considerate le molotov), oltre a danneggiamento e incendio: nel parcheggio vi erano altre auto e le fiamme si sarebbero potute propagare.
Sono ancora in corso gli accertamenti della Polizia scientifica, per trovare tracce sui resti delle bottiglie. Una delle ipotesi prese in considerazione dagli inquirenti rimane quella che l’attacco sia stato riconducibile alla sfera personale.