Grazie all’incontro con il Dott. Marco Guidarini Medico traumatologo, presidente di A.M.I Associazione Motociclisti Incolumi, di cui e’ presidente, la Lista civica “Per Sassuolo”, ha intrapreso un cammino che e’ iniziato con la presentazione di un O.D.G qualche giorno fa sulla pericolosita’ dei guard-rail killer la cui presenza sulle nostre strade rappresenta un vero pericolo per ciclisti, motociclisti e anche automobilisti.

Si chiede al comune, alla provincia e alla regione di mettere a norma queste ghigliottine ma piu’ che altro sensibilizzare le autorita’ nei confronti di un male che alla lunga provoca delle vere e proprie stragi. I progetti che ho intenzione di portare avanti con il Dott. Guidarini e l’Associazione A.M.I sono alcuni, che spaziano da incontri informativi rivolti alle autorita’, ai tecnici, ai medici e ai cittadini facendo tesoro dell’esperienza di queste persone che e’ dal 2003 che lavorano e lottano per divulgare “la cultura della prevenzione” a incontri un po’ piu’ pratici di cui parleremo piu’ avanti previo studio di fattibilita’.

Sono contenta di divulgare anche una lettera che il Presidente di A.M.I ha inviato a tutte le autorita’:

Alla cortese attenzione di Comuni, Province, Regioni.

Ogni anno sulle strade del nostro Paese si registra un numero di vittime inaccettabile: un alto indice di incidentalità (per mancanza di preparazione) ed un altissimo indice di lesività per infrastrutture killer come alberi a fusto (anziché siepi protettive), muretti a spigolo, guard-rail ghigliottina, segnali metallici, lampioni, ostacoli fissi disposti ai lati della strada e nelle vie di fuga! I paesi d’Europa che dal 2.000 si sono impegnati per la sicurezza (per rispettare le direttive C.E. entro il 2010) hanno ottenuto evidenti risultati 1) diminuendo gli ostacoli fissi ai lati delle strade…ed all’interno delle rotatorie (per avere risultati visibili in tempi brevi) 2) investendo in educazione stradale fin dalle scuole elementari (per risultati visibili in tempi più lunghi grazie a preparazione ed addestramento, 3) controlli su tutto il sistema della viabilità ( strade ed infrastrutture ergonomiche, guidatori “preparati” quindi coscienti, veicoli adeguati alla esperienza del guidatore ed al curriculum di guida…più che alla età). Questo permette di applicare il concetto di “Riserva di sicurezza” sui tre fattori: “Uomo”, “Macchina”, “Ambiente” in questo caso: strade ed infrastrutture per poter prevenire o mitigare le conseguenze dei frequenti errori umani o dei rari eventi imprevedibili (Chi viaggia senza casco o cinture non prevedendo un incidente è un incosciente e non deve guidare, chi posiziona ostacoli fissi e taglienti ai margini delle strade o peggio in esterno curva, non prevedendo gli incidenti non deve costruire strade…deve cambiare “professione”!|). Il concetto di “Riserva di Sicurezza” è una sorta di rete di salvataggio applicabile a uomo, macchina, ambiente che viene in aiuto in situazioni critiche e di emergenza per prevenire e mitigare gli effetti sulla salute di imprudenza, imperizia, negligenza sia di chi guida sia di chi costruisce: (Il programma AMI: “Forgiving drive, forgiving vehicles, forgiving roads” ovvero il concetto di riserva di sicurezza applicato a: fattore umano, macchina, ambiente ha ricevuto il Premio Europeo Norauto nel 2006 a Madrid). Ormai tutti i Paesi d’Europa (compresi i nuovi entrati) si impegnano per costruire “Forgiving Roads” strade che perdonano l’errore umano, mentre in Italia si mantengono e peggio si costruiscono ancora “No Forgiving Roads”(strade che non perdonano il minimo errore e che rimarranno nel futuro per decenni). Nella catena di eventi di un incidente fino al “danno alla Salute” dobbiamo analizzare:

1) cause di incidenti: velocità inadeguata, distanza inadeguata, distrazione, alcool e sostanze psicotrope ecc. (l’errore umano pesa per circa 2/3, le anomalie infrastrutturali per circa 1/3…. il guasto meccanico circa il 3%)

2) cause di lesioni: in questo caso “pesano” per circa 2/3 le infrastrutture killer (gli ostacoli fissi ai lati della strada ed in esterno curva: guard-rail, segnali metallici, lampioni, manufatti in cemento, alberi a fusto, altri veicoli).

La velocità che spesso viene additata come unica responsabile, in realtà è un fattore di rischio “sui generis” (causa di incidenti ma non necessariamente di lesioni): è molto più pericolosa di quanto si pensi in presenza di ostacoli e meno pericolosa di quanto si pensi in assenza di ostacoli (negli autodromi le velocità sono aumentate enormemente negli ultimi 50 anni ma le vittime sono diminuite di 30volte….questo perché sono stati eliminati gli ostacoli fissi: cause di lesioni!). Una velocità di 40 km/h (11 metri/secondo) contro un guard-rail, un segnale, un lampione, un muro a spigolo o un albero è più che sufficiente per una rottura delle vertebre cervicali o uno sfondamento della cassa toracica, o lesioni di milza e fegato, mentre una via di fuga naturale o artificiale anche di pochi metri (safety zone) realizzata in un campo, con una lieve scarpata o con delle siepi, salva la vita anche a velocità elevate (in autodromo sono frequenti le cadute ad oltre 200km/h senza alcuna conseguenza). Sulle nostre strade ad ogni errore di guida segue un urto contro un ostacolo fisso (in Italia circa 15 volte più frequenti che in Francia, Spagna, GB. Negli uffici tecnici non si sa che con veicoli a due ruote si hanno lesioni gravi già a 30 km/h, con le auto a 60 km/h!)

La responsabilità delle infrastrutture (come cause di lesioni) è altissima (traumi cranio-facciali, fratture vertebrali, traumi toracici ed addominali, amputazioni di braccia e gambe).

Da anni la nostra Associazione A.M.I. (costituita da medici, ingegneri e piloti) si batte per prevenire le “morti evitabili” con il metodo scientifico. La stesura del libro “Una guida per Chi guida” rivolto agli utenti delle strade… e la stesura del libro “Una guida per Chi costruisce infrastrutture” (curato dal centro ricerche D.I.S.T.A.R.T. della Facoltà di Ingegneria di Bologna) affrontano il problema in modo ampio su cause di incidenti e cause di lesioni.

Continuare a chiamare incidenti gli incidenti evitabili è come chiamare “male incurabile” un appendicite. La terminologia raccomandata da AMI è la seguente:

Cause di incidenti (velocità inadeguata, distanza inadeguata, stato psicofisico non idoneo, manto usurato o inadeguato, buche, curve con pendenze inadeguate e raggio variabile)

Cause di lesioni (ostacoli ai lati delle strade: infrastrutture, ostacoli sulla strada altri veicoli).

Quindi per le conseguenze riportate è bene lasciare il termine incidente agli eventi realmente imprevedibili ed inevitabili (meno del 10%), mentre di fronte al “danno alla Salute” conseguente ad incidenti prevedibili ed evitabili si parlerà di C.I.I.N. (conseguenze di imprudenza, imperizia, negligenza).

La nuova terminologia AMI (cause di incidenti, cause di lesioni, C.I.I.N.) è fondamentale per comprendere come e dove intervenire” con una terapia efficace. Agire solo sulle cause di incidenti senza agire sulle cause di lesioni…è come consigliare la maglietta della salute per prevenire l’ influenza senza agire sui virus.

Protezioni passive: da anni sosteniamo una campagna di educazione al corretto uso di casco, paraschiena e motoairbag, per la prevenzione dei traumi cranio-vertebrali, dato che il sistema nervoso centrale è racchiuso nel cranio e nella colonna vertebrale. Grazie anche ai media che ci supportano in occasione di conferenze e manifestazioni sportive con piloti e pubblico, vorremmo proporre l’abbassamento dell’IVA dal 20% al 4% sulle protezioni passive e sui sistemi di sicurezza omologati, (anche se non obbligatori come ad esempio: paraschiena, motoairbag, collare cervicale). Siamo convinti che un tale passo, farebbe risparmiare molti soldi al nostro Paese ed oltretutto, dimostrando l’impegno del Governo sulla prevenzione in senso educativo (prima che impositivo o sanzionatorio) avvicinerebbe molti Cittadini alle Istituzioni.

Autodromi: andrebbe incoraggiato l’uso degli autodromi (vere palestre di allenamento e guida sicura) utilizzabili da scuole ed autoscuole. Incentivare la costruzione di autodromi e rendere più accessibili economicamente quelli esistenti porterebbe ad un incremento di cultura della sicurezza soprattutto tra i giovani (oltretutto gli autodromi si ripagano ampiamente in brevissimo tempo con le manifestazioni sportive: gare di kart, moto, ecc.). In Francia, in Spagna e nei Paesi del nord allenarsi in autodromo costa tre volte meno che in Italia:una giornata in autodromo ad Almeria (Spagna) costa al giovane 90- 100 euro al giorno (grazie anche ad una politica della prevenzione) in Italia una giornata in autodromo a Vallelunga costa 350 euro…più carburante, pneumatici ecc.

A.M.I. DISTART e TMR, da anni studiano per la realizzazione di un autodromo (un circuito di circa 3 km con sale briefing, accessibili ai giovani) dove poter fare esercitazioni di risk-management di vario tipo (118, Vigili del Fuoco, Protezione Civile ecc). varie aziende sarebbero interessate a finanziare il progetto, ma avremmo bisogno del supporto Politico in una visione rivolta alla prevenzione (come già sperimentato nei Paesi suddetti).

Un autodromo del genere è utile per il conseguimento della patente (per scooter, moto, auto) ed utilissimo per il recupero punti patente, permettendo all’utente (ed anche ai trasgressori, ovviamente pagando un istruttore qualificato) dei reali miglioramenti nella guida e nella sicurezza con reali guadagni in salute ed economici per tutti anche per lo Stato.

Questi programmi (ampiamente sperimentati) si avvalgono delle esperienze acquisite non solo nel campo motociclistico ed automobilistico professionale ma anche in varie altre attività professionali: Aeronautica, Medicina d’urgenza, ingegneria.

Durante l’incontro in Senato del 24-11-09 è stata espressa l’idea di studiare dei “percorsi consigliati” per motociclisti dove poter fare anche delle iniziative sulla sicurezza (es. motoincontri con briefing sulla sicurezza): in Italia ci sono molte strade panoramiche frequentate da molti motociclisti (es. Passo della Cisa, Passo del Muraglione, Valnerina, ecc) dove poter sperimentare questa idea che riteniamo molto valida ai fini della promozione turistica e della sicurezza.

A.M.I. promuove per la sicurezza dei Giovani il libro: “ Una guida per Chi guida” (di Marco Guidarini) ed “Una guida per Chi costruisce strade” (centro ricerche DISTART).

Tutti i Paesi europei sono corsi ai ripari…. l’Italia non può rimanere a guardare!

Dott. Marco Guidarini – Medico Traumatologo Presidente A.M.I. (http://www.motociclisti-incolumi.com/)