Interventi per contrastare l’abuso di alcol da parte dei minori. Sanzioni per chi consuma alcolici in aree pubbliche e per titolari ed esercenti che non tengono pulita la zona antisante la loro attività. Sanzioni per chi raccoglie questue ed elemosine disturbando i passanti, per gli accattoni che chiedono denaro nei parcheggi e nelle aree adiacenti le strutture sanitarie e per chi turba il decoro e la circolazione stradale chiedendo o concordando prestazioni sessuali.
Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 20 giugno, ha approvato le modifiche al regolamento di Polizia urbana che di fatto recepiscono le prescrizioni di tre ordinanze, ormai decadute, in materia di abuso di alcol, prostituzione su strada e accattonaggio. Assieme alla delibera, approvata con il voto favorevole di Pd, Pdl, Lega nord, Mpa e l’astensione di Idv e Modenacinquestelle.it, ha ricevuto il via libera anche un emendamento al testo proposto dal sindaco Giorgio Pighi e passato con l’ok di Pd, Pdl, Lega nord, Mpa; si sono espressi contro Idv e Modenacinquestelle.it.
Le ordinanze in questione erano state sospese dopo che una sentenza della Corte Costituzionale del 7 aprile scorso ha affermato che i sindaci mantengono il potere di emettere ordinanze, ma solo in presenza di condizioni di contingibilità e urgenza.
“Questo è dunque il motivo – ha spiegato l’assessore alla Qualità e sicurezza della città Antonino Marino presentando la delibera – per cui il Comune intende ricondurre, per quanto possibile, le prescrizioni nel regolamento di Polizia urbana.
Le ordinanze sono infatti espressione della volontà dell’Amministrazione di contrastare atteggiamenti che minacciano la civile convivenza e di prevenire situazioni di degrado e disagio”. A titolo d’esempio, l’assessore ha ricordato che per l’ordinanza antialcol sono state elevate 129 sanzioni e ammontano complessivamente a 2 mila 900 i controlli eseguiti dalla Polizia municipale, di cui 730 in zona Pomposa.
“E’ indispensabile – ha continuato Marino – che il regolamento venga aggiornato continuamente seguendo i cambiamenti sociali e in base alle esigenze dei cittadini e quindi approvato dall’organo che li rappresenta”. L’assessore ha infine sottolineato “che Modena è uno dei primi Comuni in Italia a scegliere questa strada, importante per riaffermare norme e consentire sanzioni”. Marino ha anche precisato come l’integrazione del Regolamento non possa riguardare interamente le prescrizioni dettate dalle ordinanze in materia di alcol e aggregazione, che saranno affrontate secondo la formula della contingibilità e dell’urgenza in zone e situazioni specifiche.
In particolare, le modifiche all’articolo 8 del regolamento prevedono il divieto di consumare o detenere a scopo di consumo ogni genere di bevande alcoliche su aree pubbliche, a meno che non ci si trovi all’interno di esercizi, nel plateatico o nelle immediate vicinanze e nell’orario di apertura. Per chi non rispetta il divieto scattano sanzioni amministrative da 50 a 300 euro. Inoltre, i titolari degli esercizi commerciali, dei locali o delle attività artigianali che non rimuovono giornalmente bottiglie, lattine e contenitori, in modo che l’area in dotazione e antistante risulti perfettamente pulita, rischiano sanzioni fino a 500 euro (articolo 18, comma 1 e 2).
Il nuovo articolo 42 bis, “Interventi per contrastare l’abuso di alcol da parte di minorenni”, vieta di vendere o cedere bevande alcoliche, anche diluite, di qualsiasi gradazione ai minori di 16 anni ed estende il divieto anche alla vendita tramite distributori automatici. Per i trasgressori sono previste sanzioni fino a 500 euro e da 50 a 300 per gli esercenti che non affiggono cartelli per informare l’utenza del divieto. Per gli esercizi commerciali recidivi il sindaco può disporre la chiusura del locale per tre giorni.
La modifica dell’articolo 46 vieta di raccogliere questue ed elemosine causando disturbo ai passanti e prevede sanzioni da 25 a 150 euro. Inoltre, l’articolo 1bis fa esplicito riferimento a parcheggi pubblici, e zone adiacenti, di ospedali e luoghi di cura e a quelli dei centri commerciali vietando comportamenti insistenti finalizzati a chiedere denaro in cambio di prestazioni, come rendersi disponibile a portare borse o pacchi; in tal caso le sanzioni possono arrivare fino a 480 euro.
Infine, l’ultima modifica approvata riguarda l’articolo 50, dove si inserisce un 50bis, “Turbativa al decoro e alla circolazione stradale”, che prevede sanzioni da 80 a 480 euro per chi ferma il proprio veicolo al fine richiedere, concordare o pagare prestazioni sessuali.