Si sta rapidamente concludendo la Conferenza di pianificazione nell’ambito del procedimento di approvazione del Piano del Commercio provinciale, e le proposte avanzate da alcune Amministrazioni locali quali Soliera, Campogalliano e Formigine sull’estensione della rete commerciale lasciano molti dubbi e perplessità.
Va detto in premessa che la Cgil registra positivamente la volontà dell’Amministrazione provinciale di ascoltare e valutare i diversi contributi giunti dalle parti sociali. Lo scorso settembre la Cgil ha presentato un documento con le proprie proposte e osservazioni in cui si metteva l’accento su temi quali la riqualificazione delle aree dismesse, la forte limitazione dell’espansione commerciale su territori non ancora costruiti, il superamento dell’esperienza dei grandi centri commerciali periferici, la non previsione di outlet, in favore di un commercio moderno diffuso nei centri abitati. Se le linee strategiche presentate dalla Provincia sono parse da subito in gran parte condivisibili, con un POIC che non presentava grandi obiettivi espansivi, in direzione diversa sembrano andare le proposte di alcuni Comuni.
A Soliera, ad esempio, si progetta un ipermercato alimentare nell’area periferica dell’Appalto. Già il precedente Piano prevedeva la commercializzazione nell’area ex Sicem di 5.000 mq, di cui 1.500 mq di alimentare. Oggi si propone di elevare l’alimentare a 2.500 mq qualora vi si trasferisca un soggetto già presente a Soliera. Una tale struttura potrebbe addirittura raddoppiarsi sul modello di quanto accaduto in altre parti della provincia. Il territorio dell’Unione Terre d’Argine è già saturo di medie e grandi strutture commerciali. La nuova struttura, palesemente rivolta al mercato carpigiano (distante 8 km), interverrebbe su una viabilità già oggi problematica e sovente congestionata. Non sono comprensibili scelte di un’Amministrazione locale che facciano crescere il traffico automobilistico peggiorando ulteriormente la situazione esistente.
A Campogalliano è stata recentemente presentata da Lapo Elkann la proposta di un parco tematico commerciale la “Urban Style Area” di 30.000 mq, 10.000 mq dei quali destinati a negozi. Anche se l’intervento sarà fatto in un’area già urbanizzata (ex Bugatti), le intenzioni dichiarate sono quelle di farne un’area costantemente aperta al pubblico (sere, domeniche, festivi). Nei fatti sarebbe una sorta di outlet di lusso, formula che la
Cgil osteggia perché vengono riprodotte le tipologie del centro storico in un’area periferica, con il rischio di danneggiare fortemente gli autentici centri storici (quanti delicati e vicinissimi) di Carpi e Modena.
A Formigine appare eccessiva la dimensione delle crescita prevista in relazione ad un distretto dove già sorgeranno due nuovi ipermercati, a Fiorano e a Sassuolo, anche se con la formula dell’aggregazione e del trasferimento con crescita.
Rispetto alle previsione del Comune di Modena (10.000 mq previsti nel comparto ex Amiu-area di via Morandi) si sono concentrate le critiche delle associazioni datoriali del commercio. Bisogna però dire che si tratta dell’unica nuova struttura commerciale superiore ai 1.500 mq prevista nei prossimi anni in un Comune di 185.000 abitanti. Si tratta di una struttura inserita nel tessuto urbano, che reimpiega un’area già urbanizzata. Il Comune di Modena, inoltre, non dispone di metrature residue del precedente Piano, a differenza di molte realtà della provincia. La Cgil chiede di valutare la possibile riduzione dell’intervento ex Amiu, e in ogni caso di di ridurne il più possibile l’impatto ambientale. Chiediamo di sperimentare in quest’area formule innovative dal punto di vista della sostenibilità (es. interramento di alcune strutture, parcheggi sotterranei, risparmio energetico, riciclo al 100% dei rifiuti, ecc…).
Anche se il POIC non è chiamato ad affrontare i temi occupazionali, Cgil e Filcams/Cgil sottolineano con preoccupazione la progressiva dequalificazione dei lavoratori del settore, specie nella grande distribuzione, nonché la crescita del lavoro irregolare e delle più varie forme di precariato di lunga durata. Infine, dobbiamo rilevare che è priva di respiro l’idea che alla chiusura delle fabbriche si possa rispondere aprendo ipermercati e outlet. La torta (di lavoro e di consumo) è sempre quella, e la maggiore occupazione determinata da nuove strutture commerciali è quasi sempre un fuoco di paglia.
(Tania Scacchetti Cgil Modena – Marzio Govoni Filcams/Cgil Modena)