È il secondo in Italia e il primo in Emilia-Romagna. Il corso di alta formazione in “Gestione e sviluppo delle reti di impresa” avrà l’obiettivo di aiutare le imprese a conoscere meglio e a sfruttare appieno le potenzialità delle aggregazioni tra le aziende, in particolare utilizzando lo strumento del contratto di rete, regolato dalla legge 33 del 2009.

Il master, che prenderà avvio il 27 maggio e durerà fino al 22 ottobre 2011, è realizzato dalla Luiss Business School, la scuola di formazione manageriale dell’Università Guido Carli di Roma, con il supporto di Confindustria Modena e Industriali Reggio Emilia ed è patrocinato da RetImpresa, dall’Università di Modena e Reggio Emilia e dalle Camere di Commercio delle due province, con la collaborazione tecnica di Unicredit.

Il corso è rivolto a imprenditori, manager e professionisti che vogliono mettere le proprie competenze al servizio delle reti di impresa. Le lezioni si terranno presso Nuova Didactica e Cis, i due enti di formazione delle associazioni imprenditoriali di Modena e Reggio Emilia.

«La competizione internazionale, la progressiva centralità dell’innovazione e del knowledge management, le recenti esigenze di governance distrettuale, le nuove opportunità di fund raising», afferma Giuseppe Molinari, coordinatore della Commissione di studio sulle reti d’impresa di Confindustria Modena, «sono alcuni dei fattori che stanno spostando il focus decisionale e operativo dalle singole imprese alle loro aggregazioni territoriali».

«In questo scenario», continua Molinari, «il master intende trasferire concetti, modelli e strumenti operativi, metabolizzando le best practice espresse dalle realtà territoriali e valorizzando, in un’ottica di sistema, il rapporto tra le università, le associazioni industriali e le diverse realtà industriali del territorio».

Il corso è strutturato in sei moduli didattici per un totale di 12 giornate di aula (84 ore) con formula weekend (venerdì e sabato). Gli obiettivi del percorso formativo sono anzitutto tre: formare competenze in grado di valorizzare l’effetto-rete, contribuire allo sviluppo del territorio di riferimento, fornire conoscenze distintive di governance dell’innovazione.

«Il Contratto di rete», conclude l’imprenditore modenese a capo della Commissione sulle reti d’impresa, «è uno snodo culturale che le aziende devono necessariamente affrontare, pena l’esclusione dalle dinamiche di crescita economica e produttiva che si imporranno nei prossimi decenni. Delle 283 imprese coinvolte nel progetto nazionale “Reti di impresa” circa il 7 per cento è modenese. Una cosa è certa: il nostro territorio ha la volontà di giocare fino in fondo questa partita».