Un extraterrestre con il gusto della battuta e della garbata ironia atterrerà lunedì 11 aprile alle 16.30 nella Biblioteca dei Cappuccini di Reggio Emilia (Piazza Vallisneri, 1). Edoardo Tincani, direttore del settimanale diocesano “La Libertà”, parlerà del suo libro “Reggio vista da E.T.” con i colleghi giornalisti Andrea Zambrano e Massimiliano Ranellucci.
“Dopo conferenze e iniziative sui più diversi temi – sottolinea il direttore culturale Davide Dazzi – con questo appuntamento la Biblioteca ‘B. Barbieri’ arricchisce la propria offerta proponendo anche incontri con gli scrittori”. L’evento è promosso insieme al circolo culturale “Il Crostolo”, al Moica (Movimento Italiano Casalinghe), al Quartiere Santa Croce e al Coordinamento donne della Fnp/Cisl.
Tincani – 39 anni, laureato in economia e commercio, sposato e padre di cinque figli – dirige dal 2004 “La Libertà” che ogni settimana propone “Visto da E.T.”, angolo di satira dove un extraterrestre caustico, funambolico e a tratti demenziale dice la sua sulle vicende piccole e grandi della città. La raccolta – dal 2008 al 2010 – di questi “editoriali spaziali” è ora diventata un libro (edizioni Consulta, 144 pagine, 12 euro).
Lunedì 11 aprile, al termine dell’incontro in Biblioteca (www.bibliotecacappuccini.it), ci sarà un brindisi con tutti i presenti.
Ma come nascono le battute di E.T.? Lo abbiamo chiesto all’autore del libro.
Tincani, per chi non legge “La Libertà”, chi è E.T.?
Un Extraterrestre con le mie iniziali, la testa quadra e l’indomita volontà di affrontare l’attualità reggiana in chiave satirica.
Perché ha scelto di fingersi un extraterrestre?
Per distaccarmi meglio dal nostro mondo e poterlo prendere in giro con più libertà. Un alieno è imprevedibile per definizione…
Bonario o caustico, E.T. gioca comunque con le parole per sortirne effetti dirompenti. Come le vengono certe idee?
“Visto da E.T.”, la rubrica fissa che firmo da tre anni, è un prodotto giornalistico. Parto sempre da una notizia o da una polemica locale, rigorosamente autentiche, riportate dai quotidiani dell’ultima settimana. A quel punto entra in gioco l’extraterrestre, che mischia in modo creativo gli ingredienti della storia per ottenere qualcosa di umoristico.
I lettori gradiscono?
È difficile non ritrovarsi nella satira di costume o nelle situazioni descritte. Dopo l’uscita del libro ho scoperto insospettabili estimatori. La sintonia scatta sui contenuti. Addirittura c’è stato qualcuno che con le battute di E.T. ha proposto di scrivere una commedia brillante. Vedremo…
Ma come fa a scattare il meccanismo d’immedesimazione tra un lettore umano e un comunicatore spaziale?
Mi sembra che ci sia molta insofferenza, nella gente: per la politica che non si rinnova, le nuove tecnologie sempre più voraci, le viabilità modificate, le grandi trasformazioni che non ci migliorano la vita e tanto altro ancora. E.T. ha antenne sensibili: capta i malumori, ci scherza su, magari aiuta a stemperare certe situazioni. Una risata ci salverà.