Saranno circa 230 i profughi e gli immigrati del Nord Africa destinati al territorio modenese in questa prima fase dell’emergenza umanitaria e per i quali gli enti locali stanno individuando le strutture per l’accoglienza idonee a ospitare piccoli gruppi di alcune decine di persone. E’ stato stabilito nel corso della seconda riunione del Tavolo regionale che si è svolta giovedì 7 aprile a Bologna; una terza riunione è già convocata per martedì 12 aprile per l’individuazione dei luoghi. Nel frattempo, oltre agli enti locali, in collaborazione con le Prefetture, viene effettuata una ricognizione anche con le Caritas diocesane e altri soggetti privati per individuare, da subito, strutture già predisposte per l’accoglienza.

A livello regionale sono 1.500 le persone in arrivo in questa prima fase, che saranno accolte un po’ in tutte le province, mentre il numero totale dei profughi in Emilia Romagna è di 3.700.

«Non sono previste tendopoli e abbiamo ottenuto assicurazioni rispetto alla copertura economica da parte del Governo di tutta la fase di accoglienza con apposite risorse della Protezione civile, senza alcuna anticipazione da parte degli enti locali» spiega il vice presidente della Provincia Mario Galli che ha partecipato all’incontro insieme agli assessori al Sociale del Comune di Modena Francesca Maletti e del Comune di Carpi Alberto Bellelli.

«Non c’è ancora chiarezza – aggiunge Galli – sulla nazionalità delle persone che saranno inviate nel nostro territorio, così come sulla presenza di nuclei familiari, ma l’ipotesi è che si tratti di immigrati che hanno ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo concesso con il decreto odierno firmato dal presidente del Consiglio. La permanenza, quindi, andrebbe garantita per un periodo che va dai tre ai sei mesi».

A Modena, inoltre, attraverso la rete dei servizi sociali saranno destinati anche alcuni dei minori che saranno accolti a livello regionale.

«Tra le questioni poste al Tavolo – sottolinea Galli – rimane aperta quella della sicurezza delle strutture di accoglienza, che deve essere garantita dalle forze dell’ordine, a partire dai problemi legati all’identificazione delle persone ospiti».