“Mentre a Sassuolo si moltiplicano i casi di donne obbligate ad indossare il velo integrale in luogo pubblico, si moltiplicano anche i silenzi delle donne di sinistra, pronte a scendere nelle piazze, ma che tacciono ogni qual volta si tratta di condannare tradizioni radicali che negano la libertà delle donne islamiche. Sarebbe ora che lo slogan ‘se non ora quando?’ venisse usato per contestare la violenza che ogni giorno subiscono tante donne, che vivono nelle prigioni di cemento delle loro case e di stoffa dei loro veli integrali, anziché per condurre spesso solo battaglie politiche di parte. Pensavamo che l’omicidio di Noscheen Butt, in provincia di Modena, facesse aprire gli occhi ad una certa parte politica sempre pronta a non riconoscere lo sfondo ideologico, culturale e religioso che accompagna questa estrema violenza. Evidentemente serve ben altro”.
Lo ha affermato l’Onorevole Isabella Bertolini, Vicepresidente del Gruppo del Popolo della Libertà alla Camera dei Deputati, a commento della segnalazione, da parte dell’Assessore alle Pari opportunità del Comune di Sassuolo, Claudia Severi, sulla presenza, in un supermercato, di una donna obbligata ad indossare il velo integrale Niqab.
“Il caso segnalato non è il primo e crediamo purtroppo che non sarà nemmeno l’ultimo. Una donna costretta ad indossare il niqab o il burqa è una donna segregata non solo fuori, ma anche dentro le mura domestiche. Il velo integrale è solo il simbolo esterno di una condizione a cui viene obbligata la donna islamica sulla base di precetti e principi totalmente incompatibili con la nostra Costituzione. Per questo ho presentato un progetto di legge parlamentare per vietare l’utilizzo del burqa e del niqab, che oggi è in discussione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. Mi auguro che tutti i gruppi parlamentari votino al più presto e in modo unanime questo provvedimento”.