Sarebbe profondamente sbagliato considerare pregiudizialmente le imprese – specie nel settore dell’edilizia e costruzioni- che provengono dai territori dell’aversano/casalese, come veicoli di infiltrazione camorristica che si propaga nel paese, fin su al Nord.

Né si potrebbe accettare, la cinica citazione andreottiana “…a pensar male si fa peccato, però…” .

La notizia è già conosciuta da qualche giorno.

L’appalto per rimuovere i 5.000 mq. di eternit/amianto dai tetti dell’8° Campale di Modena, sarebbe stato vinto da una ditta del casertano e per di più, con un “ribasso” d’asta superiore al 60% . Quasi un record !

Ma non molto diverso, temiamo, sarà l’iter per rimuovere le centinaia di mq. di eternit dalla testa dei circa 90 poliziotti del Polo logistico della Polizia di Stato in zona Roveri di Bologna, che aspettano dal 2004.

Basta ed avanza, scorrere i sunti delle principali indagini antimafia ed anticamorra che riguardano il nord, l’Emilia Romagna ed il modenese. Basta rileggere le ultime relazioni semestrali della DIA e DNA .

Basterebbe prendere sul serio le ultime raccomandazioni del Governatore della Banca d’Italia, contenute nel suo rapporto all’Università di Milano “le Mafie al Nord” dell’11 marzo scorso.

Basta con gli appalti al massimo ribasso.

Tutte le massime autorità inquirenti, da tempo, convergono su questa chiara e netta raccomandazione.

A parole, anche le massime autorità di Governo convengono sul fatto che sul riciclaggio degli ingenti capitali malavitosi, le mafie non badano a spese ed, anzi, si può fare anche “in perdita”. Il massimo ribasso, appunto, sopratutto negli appalti e subappalti pubblici.

Ma la legge, al riguardo, è ferma e non si cambia : gli appalti possono essere ancora aggiudicati a chi propone il massimo ribasso.

Ancora il 7 marzo scorso, alla “giornata di aggiornamento” promossa dall’Osservatorio Provinciale Appalti veniva autorevolmente ribadito il concetto: in provincia di Modena, nel 2009, abbiamo “attenzionato” una trentina di aggiudicazioni ad imprese che proponevano ribassi tra il 30 ed il 40% perché, è noto, in presenza di sconti così rilevanti, qualcosa per forza accende legittimi sospetti. Lavoro irregolare; possibili evasioni fiscali o contributive; capitali di dubbia provenienza; concorrenza sleale.

L’affidamento dei lavori che attengono strutture militari, come l’ex 8° Campale o per la ristrutturazione della palestra dell’Accademia, è gestito in via esclusiva dalla Direzione centrale del Genio Militare.

Risulta che i due interventi sulle strutture modenesi – per importi che vanno oltre i 2 milioni – sono stati vinti da un’impresa di Aversa e da una società cooperativa di Casal di Principe, con ribassi incredibilmente elevati.

Dalla Direzione del Genio Militare ci si aspettava ben altre cautele.

Siamo però certi che vigileranno con estrema attenzione.

In ogni caso, ci viene da dire che se si fosse trattato di lavori “civili” e non attinenti strutture militari, avremmo già ricorso per attivare la “segnalazione agli enti competenti”, prevista dall’art. 6 della più che opportuna e recente Legge Regionale N° 6 del novembre scorso, in materia di promozione della legalità nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata.

(Franco Zavatti, Cgil Modena/Coordinamento legalità e sicurezza Cgil regionale)