Un’articolata rete di canali garantisce che un’ampia zona di pianura tra modenese, basso mantovano e ferrarese non venga sommersa dalle acque di piena; tra i vettori principali di queste acque vi è il Canale Collettore di Burana, che ha origine alle Chiaviche mantovane: esso accompagna le acque di scolo lungo il loro viaggio verso Bondeno, dove sottopassano il fiume Panaro attraverso la Botte Napoleonica, per poi proseguire fuori dal comprensorio nel Canale Emissario di Burana e, da qui, fino al Mare Adriatico.
Accanto all’azione della Botte Napoleonica, anche l’Impianto Pilastresi lavora in sinergia con il Canale Collettore di Burana: quando le portate eccedono i 40 mc/sec e lo scolo a gravità della Botte Napoleonica non è più sufficiente, entrano in funzione le pompe di Pilastresi, impianto che permette di scaricare le acque di piena del Canale Collettore di Burana in Po. Il Canale è inoltre un importante vettore irriguo della zona.
“Il Collettore di Burana è già da diversi anni sottoposto ad un delicato e lungo intervento di espurgo e di risezionamento – dichiara il direttore del Consorzio di Burana Claudio Negrini – proprio in virtù del ruolo strategico che riveste nello smaltimento delle acque in caso di piena e per l’approvvigionamento idrico nel bacino delle Acque Basse. Sono in fase di avvio i lavori per il completamento della rimozione di tutti i depositi terrosi presenti nel Canale, attraverso l’utilizzo di una draga refluitore adatta all’espurgo di materiali litoidi particolarmente argillosi. Con quest’ultima tranche di lavori, del valore di oltre un milione di euro, da effettuarsi lungo una tratta di quasi 3.000 metri fino al Ponte di Burana, andremo a completare l’espurgo e il risezionamento delle sponde dell’intero Canale. Ciò consentirà di liberarlo da depositi ostruttivi, rendendo possibile il pieno ripristino della funzionalità idraulica del Canale sia a fini irrigui che di scolo, riportandolo alla sezione originale.”
Il presidente del Consorzio della Bonifica Burana, Francesco Vincenzi, aggiunge: “Il Canale Collettore di Burana per la parte a monte, assieme al Po di Volano per la parte a valle, costituisce l’asse idraulico principale del bacino Burana-Volano, il quale si estende dal basso mantovano al Mare Adriatico, passando per basso modenese e ferrarese. È dunque presto spiegata l’importanza dei lavori in partenza al Collettore di Burana: la piena funzionalità del Canale è l’urgenza per un territorio decisamente ampio su cui insistono importanti aree residenziali e produttive e caratterizzato da un’economia agricola fiorente e ricca di eccellenze.”
IL BACINO BURANA-VOLANO
Il bacino idrografico Burana-Volano è un territorio esclusivamente di pianura, interamente soggetto alla bonifica, che si estende su una superficie di oltre 300.000 ettari e comprende territori mantovani, modenesi e ferraresi: è racchiuso a “catino” dai fiumi Secchia a Ovest, Panaro e Reno a Sud, Po a Nord e dal Mare Adriatico ad Est.
La parte mantovana posta più a monte abbraccia circa 30.000 ettari di territorio, quella modenese include oltre 30.000 ettari della bassa pianura posta a nord di Modena e quella ferrarese conta oltre 240.000 ettari nella parte più orientale del bacino che si estende fino al Mare Adriatico.
Dal punto di vista idraulico, il bacino presenta numerose interconnessioni fra i diversi territori che lo compongono, sia sotto il profilo della sua salvaguardia e difesa idraulica, assicurata principalmente dal fittissimo reticolo di bonifica, sia sotto il profilo irriguo, relativamente alle fonti di attingimento ed alla veicolazione della risorsa idrica.