E’ stato l’intervento di un agente della polizia penitenziaria a salvare la vita ad un internato dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia che domenica sera ha tentato di uccidersi. Il fatto è stato reso noto da Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria.

Secondo quanto riferito dal SAPPE, l’agente non vedendo l’internato – un italiano di 30 anni – durante il consueto giro di controllo si è insospettito, è entrato nella stanza dell’uomo e lo ha trovato nel letto, coperto dalle lenzuola e in una pozza di sangue: si era tagliato le vene ed era in fin di vita. Grazie all’intervento immediato, prima dell’agente e poi del personale medico, è riuscito a salvarsi. Non era la prima volta che tentava il suicidio.

L’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, una delle sei strutture presenti in Italia, ospita – secondo i dati forniti dal SAPPE – circa 300 internati, a fronte di una capienza di circa 150 posti. Gli agenti in servizio sono circa 80, mentre ne sono previsti 120.

“Nell’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia – afferma Durante – è in atto il progetto sperimentale che prevede la gestione totale del personale medico e paramedico, mentre la polizia penitenziaria si dovrebbe occupare solo della sicurezza. Sono cinque i reparti totalmente affidati al personale medico e paramedico, mentre uno è ancora gestito dalla polizia penitenziaria. Negli ospedali psichiatrici siamo sovente in presenza di soggetti che necessitano soprattutto di assistenza, in quanto spesso hanno anche difficoltà di deambulazione e faticano a provvedere anche all’igiene personale. La situazione generale degli istituti dell’Emilia-Romagna è sempre drammatica, a causa del sovraffollamento e della carenza di personale”.