Sul nucleare in Appennino il governo continua ad essere reticente ed evasivo. E’ quanto sostiene l’on. Ivano Miglioli del Pd commentando la risposta del sottosegretario Saglia alla sua interrogazione del dicembre scorso sul piano di localizzazione delle centrali nucleari.
Il piano – secondo quanto sostiene il rappresentante del governo – costituisce solo “una bozza preliminare, per altro non divulgata e priva di seguiti operativi. Rappresenta comunque un apprezzabile impegno sulla strada dell’individuazione del sito ove realizzare il deposito nazionale e il parco tecnologico. Per quanto attiene alla trasparenza del processo di individuazione della mappa dei siti – conclude il sottosegretario Saglia – si provvederà al coinvolgimento dei soggetti interessati”.
Pronta la replica dell’on. Miglioli: “Una risposta evasiva, reticente e generica che non esclude dunque la localizzazione dell’impianto sull’Appennino modenese. Dopo il pronunciamento della Consulta – prosegue il parlamentare modenese – che ha dato via libera al referendum sul nucleare, il governo farebbe bene ad attenderne l’esito sospendendo le procedure per le individuazioni del sito. Riconfermiamo il nostro dissenso: la scelta del nucleare è sbagliata, non competitiva e potenzialmente pericolosa. In Europa, da qui al 2030, si stima che il 64 per cento dell’energia deriverà dalle fonti rinnovabili, il 17 dal gas, il 12 dal carbone, il 4 dal nucleare e il 3 dal petrolio. L’Italia dunque dovrebbe prendere in considerazione quel 64 per cento e, invece di pensare a come collocare le scorie nucleari, investire sulle fonti rinnovabili: idroelettrico, eolico, solare. Continueremo a vigilare – conclude Miglioli – per impedire che si compia una scelta sbagliata e pericolosa”.