“E’ con estrema amarezza che, a nome di FedagroMercati Acmo Bologna e dei suoi Associati, quali Soci della società CAAB scpa, mi vedo costretto ad avanzare formale mozione di sfiducia nei confronti dell’attuale Governance della Società stessa” – scrive in una mozione di sfiducia il Dott. Valentino Di Pisa, Presidente FedagroMercati ACMO Bologna -.

“Ben consapevole della rilevanza politica di questa richiesta e dell’incertezza di come può essere recepita dai Soci, in particolare dal Comune, Socio di maggioranza, la ritengo comunque un atto doveroso nei confronti delle aziende insediate e dei lavoratori del mercato, circa 1.500 persone qui impegnate, ma soprattutto nei confronti del tessuto economico bolognese, che vede depauperarsi poco a poco un investimento pubblico e privato che avrebbe potuto rappresentare una delle eccellenze del territorio nazionale.

Purtroppo il CAAB, dalle Istituzioni responsabili, è sempre stato vissuto più come un problema che come un’opportunità, i rapporti con la politica e la città sono sempre stati difficili, in quanto la nostra attività e la nostra funzione, che ricordo essere una funzione di interesse pubblico, è sempre stata tenuta in scarsa considerazione. Questa situazione, ha subito un’accelerazione negativa nel momento in cui, il Socio Comune, nel 2005 decise di perseguire la strada dell’unificazione societaria tra CAAB MERCATI (società di gestione) e CAAB scpa (holding immobiliare), estromettendo totalmente dall’organo deliberante le strategie economiche e di sviluppo di questa importante piattaforma logistica del territorio, sia gli operatori grossisti che i produttori, unici attori ancora oggi operativi.

Da quel momento abbiamo assistito al completo abbandono da parte dell’Ente Gestore di ogni qualsivoglia azione di tipo gestionale e promozionale, volta ad occuparsi degli interessi reali del mercato quali ad esempio:

– mancanza di una politica di fidelizzazione della clientela tradizionale;

– mancanza di azioni promozionali nei confronti dei nuovi mercati e dei nuovi acquirenti;

– scarsa attenzione nella gestione amministrativa dell’utenza interna. Infatti abbiamo dovuto subire l’insediamento di operatori commerciali che si sono inseriti nel mercato operando per anni o per mesi senza corrispondere gli affitti dovuti, grazie alla negligenza dell’ Ente Gestore, che derogando arbitrariamente le prescrizioni dell’art.17 comma 7 del Regolamento di Mercato, ha creato situazioni di concorrenza sleale, con evidenti danni per le aziende virtuose.

Abbiamo assistito a:

– un Ente Gestore, che ha lasciato, senza un dignitoso servizio di ristorazione tutto il sistema mercatale per circa sei mesi;

– un Ente Gestore che non è stato in grado di mantenere all’interno della struttura nessun tipo di servizio e di attività alternativa all’ortofrutta, decidendo inoltre, inopportunamente, di utilizzare i contributi regionali, per la ristrutturazione dei propri uffici, anziché investirli sulle aree del Mercato per renderle appetibili a nuovi interlocutori;

– un Ente Gestore che ormai assiste impunemente da due anni allo svuotamento dell’Ala Ovest, senza porre in essere nessun correttivo utile;

– un Ente Gestore che, consapevolmente, in vista del rinnovo delle nostre concessioni, non è riuscito ad affrontare un corretto e concreto ragionamento a riguardo, avvallando la richiesta di proroga al 31/12/2011;

– un Ente Gestore che, contrariamente all’art. 8 della Legge Regionale n.01 del 19 gennaio 1998, utilizza come Direttore un consulente esterno privo di deleghe e responsabilità;

– un Ente Gestore che non è riuscito, né a breve né a lungo termine, ad elaborare decisioni fondamentali che dessero forma e guida a ciò che è la Società (vision) , a cosa fa e perché lo fa (mission);

– in altre parole un Ente Gestore che non è riuscito a dare nessuna pianificazione strategica, evitando di creare le condizioni attraverso le quali le risorse interne della Società, peraltro molto numerose, avrebbero dovuto lavorare verso obiettivi comuni e condivisi.

A questo punto, abbiamo ritenuto che fosse ora di dire BASTA!!!

Non possiamo più assistere a questo atteggiamento passivo dell’Ente Gestore che cerca di traccheggiare fino alla fine del mandato, senza decidere, senza programmare, ma soprattutto senza una politica di Marketing.

In questa struttura noi abbiamo investito ingenti capitali, abbiamo cercato in tutti i modi di creare un futuro per le nostre imprese, per centinaia di nostri collaboratori, e per migliaia di produttori agricoli che continuano a fornirci i loro prodotti, e non vorremmo vedere vanificare i nostri sforzi dall’inadeguatezza gestionale dell’attuale Governance, nonchè dalla scarsa attenzione del Soci Pubblici circa le tematiche sovraesposte.

Troppo tempo è già stato perso inutilmente per illustrare le problematiche del Mercato e del CAAB ai politici che di volta in volta si sono succeduti.

Non è più il tempo delle parole, bisogna passare prima che sia troppo tardi alle cose concrete.

Noi siamo disponibili ad assumerci le nostre responsabilità, lo abbiamo già dimostrato in diverse occasioni, ed è ora che anche i Soci Pubblici facciano altrettanto.

E’ a loro che chiediamo una volta per tutte di chiarire cosa vogliono fare sulle aree del CAAB, se per loro questa piattaforma logistica è ancora indispensabile, chiediamo che si dia corso immediatamente all’analisi di fattibilità delle proposte operative e strategiche già inviate a tutti i Soci in data 25 novembre 2009.

Se invece il CAAB, con la sua funzione, non è più importante per i Soci – conclude la mozione di sfiducia del Presidente FedagroMercati ACMO Bologna, Dott. Valentino Di Pisa – è nostro diritto saperlo, così come è nostro diritto avere la possibilità, immediatamente, di essere messi nelle condizioni di poter fare scelte alternative atte a tutelare gli interessi delle migliaia di persone che a vario titolo trovano occupazione nel sistema mercatale bolognese. In entrambe i casi ritenendo concluso il tempo delle incertezze, ed al fine di evitare che da parte nostra ci siano prese di posizione che non hanno mai fatto parte della nostra etica, chiediamo che un doveroso riscontro ci pervenga nel più breve tempo possibile”.