Dal febbraio 2009 ho segnalato la presenza di questo mucchio di terra in un’area che, per stessa ammissione degli Enti interessati, deve essere bonificata, come previsto anche dall’accordo di programma per la riqualificazione dell’area dell’ex Fonderie (di cui è prorietario il Comune di Modena).

Dopo la recente risposta “rassicurante” ma non convincente della Provincia, in agosto si è verificata la lacerazione del telo protettivo, come dimostra la foto allegata.

E adesso?

Naturalmente tutto tace e pare che il telo sia ancora lacerato, nonostante l’ultima interpellanza presentata il 22 settembre.

(Dante Mazzi, capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Modena)

Risposta Vaccari – 21.07.2010

Alla cortese attenzione del

Consigliere PDL

Dante Mazzi

Oggetto: Risposta all’interpellanza “Verifiche sull’ammasso di terra recintato all’interno dell’area delle “Ex Fonderie” a Modena”.

Egregio Consigliere,

in riferimento all’interpellanza di cui all’oggetto, sono a comunicarLe che i materiali citati, a quanto è stato possibile sapere da parte degli uffici del Comune di Modena, derivano dagli scavi effettuati per realizzare un collettore fognario che ha marginalmente interessato l’area dello stabilimento delle ex Fonderie.

L’area delle ex Fonderie, dato l’utilizzo cui era destinata durante l’attività produttiva, non si esclude possa essere interessata da una contaminazione “storica”.

In tali evenienze la normativa (art. 242 del D.Lgs. 152/2006) prevede che il responsabile o, come in questo caso, il proprietario dell’area, metta in atto una indagine preliminare sui parametri oggetto dell’inquinamento.

Tale indagine preliminare può dar luogo alla necessità di presentare un piano di caratterizzazione ed eventualmente di procedere successivamente alla bonifica o messa in sicurezza.

L’area in questione, comprensiva del cumulo oggetto dell’interpellanza, dovrà essere sottoposta alla indagine preliminare a cura del Comune di Modena, che ha comunicato l’intenzione di avviarla a breve (è in corso l’esame dei preventivi per l’affidamento delle indagini).

Ad oggi non si ha notizia dell’avvio di alcuna indagine preliminare né di analisi effettuate dagli enti competenti o dai soggetti proprietari. Non si riscontrano pertanto ritardi ai sensi delle procedure che regolano la bonifica dei siti contaminati.

In ogni caso, i materiali in oggetto, anche qualora risultassero inquinati, sono stati isolati dall’ambiente in modo sufficiente per evitare ogni dispersione nell’ambiente, pertanto non si hanno a temere rischi per la popolazione maggiori di quelli derivanti dall’area nel suo insieme.

Nella speranza di aver risposto in modo esaustivo, porgo cordiali saluti.

Stefano Vaccari

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Interpellanza Mazzi – 22.09.2010

Ammasso di terra recintato all’interno dell’area delle “Ex Fonderie” a Modena: lacerata la membrana protettiva.

INTERPELLANZA URGENTE

(con possibilità di dibattito)

Il sottoscritto Dante Mazzi, consigliere provinciale del Gruppo PdL,

premesso

che all’interno dell’area in oggetto di proprietà del Comune di Modena è presente un enorme ammasso di terra coperto con un telo di plastica;

tenuto conto

che il tema in oggetto è già stato discusso nella seduta consiliare del 21 luglio 2010 in risposta a interpellanza presentata in data 11 giugno 2010;

ricordato

che rispondendo all’interpellanza l’assessore Vaccari ha tenuto a precisare che l’isolamento del materiale evita dispersione nell’ambiente, affermando testualmente: “In ogni caso, i materiali in oggetto, anche qualora risultassero inquinati, sono stati isolati dall’ambiente in modo sufficiente per evitare ogni dispersione nell’ambiente, pertanto non si hanno a temere rischi per la popolazione maggiori di quelli derivanti dall’area nel suo insieme”;

osservato

che la membrana impermeabile zavorrata posta a protezione del cumulo di terra presenta da circa un mese una lacerazione longitudinale lungo tutta la lunghezza, lasciando scoperto il contenuto, che può quindi essere disperso nell’ambiente;

INTERPELLA

la Giunta provinciale per sapere:

1. se è a conoscenza della lacerazione sopra descritta;

2. se ritenga ammissibile che dopo quasi un mese le autorità competenti non abbiano provveduto al ripristino di un telo posto a protezione di materiale ritenuto potenzialmente contaminato;

3. se siano ancora garantite le condizioni di sicurezza;

4. a chi sia imputabile questa grave negligenza per il mantenimento in minima sicurezza di un sito ancora in attesa dopo 18 mesi dei previsti interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale.

 Dante Mazzi