Grande successo per la serata di Parco nel Mondo. La polentata in piazza della settimana di ferragosto è un appuntamento tipico dell’estate solognina. Quest’anno però c’era un motivo in più per ritrovarsi e far festa: il paese è diventato a tutti gli effetti parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, così come avevano richiesto i suoi abitanti. La serata organizzata dalla Pro loco ha visto la partecipazione di oltre trecento persone ed è stata anche l’occasione per rafforzare il legame tra il paese e l’Ente Parco. Detto legame era già stato avviato con diversi progetti come quello della produzione della caratteristica calce rosa o quello per il ripristino e la valorizzazione ambientale degli storici castagneti.
Non si poteva trovare occasione migliore per consegnare nuovi attestati di Cittadinanza Affettiva del progetto ‘Parco nel Mondo’ ai solognini che vivono lontano ma conservano nel cuore il paese delle proprie radici e continuano ad essere parte attiva e presente nella comunità d’origine. Sologno, infatti, è composto in pari percentuale dalla cittadinanza residente e da quella affettiva, che è rimasta molto attaccata al territorio e rientra in modo assiduo per tutto l’arco dell’anno. Sono parecchie decine i solognini che si possono definire Cittadini Affettivi del Parco Nazionale. In questo appuntamento ne sono stati individuati trentaquattro, un primo gruppo, ma le consegne degli attestati proseguiranno in altre occasioni.
Tutti i cittadini affettivi, al momento della consegna dell’attestato da parte del presidente del Parco Fausto Giovanelli e del consigliere del Comune di Villa Minozzo Piero Ferrari, hanno espresso il loro sentirsi parte della comunità. A Sologno c’è la loro casa, sono tutte persone che da sempre trascorrono ogni momento libero in questo bellissimo borgo. Il loro amore per l’Appennino è stato trasmesso anche ai figli e ai nipoti, che a loro volta trascorrono soprattutto le estati a Sologno e animano il paese con le tante iniziative della Pro loco in cui sono tutti coinvolti. I loro cognomi: Sassi, Mariani, Belli, Fontana, Silvestri, Rabacchi, sono quelli tipici della famiglie solognine.
Dalle loro parole è emersa chiaramente la sofferenza del distacco, ma anche la necessità di trovare un lavoro che li ha portati a spostarsi, non troppo lontano però, in modo da poter tornare e contribuire così a mantenere vivo il borgo, oltre che il legame con esso.