Anno d’imposta 2009: in base agli studi di settore, l’80% circa delle piccole e medie imprese modenesi, prese in esame dall’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena è in linea coi valori considerati congrui dal Ministero delle Finanze. “Un risultato sicuramente positivo, su cui però è opportuno riflettere: non si sarebbe mai potuto raggiungere senza l’introduzione dei correttivi anticrisi – fa sapere l’associazione imprenditoriale – Confermiamo pertanto il nostro impegno affinché queste misure, così importanti per l’imprenditoria, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale siano mantenute e rese ulteriormente efficaci anche per l’anno in corso”.

Con l’obiettivo di valutare l’impatto degli Studi di Settore sulle piccole e medie imprese operative nel commercio, nel turismo e nei servizi – bar, ristoranti, negozi alimentari e di abbigliamento, ma anche l’intermediazione – e soprattutto stimare l’effetto dei correttivi anticrisi introdotti lo scorso anno dal Ministero delle Finanze, l’Osservatorio ha esaminato la situazione su andamento e ricavi relativamente all’anno 2009 di 2360 aziende del territorio modenese. Rilevazioni che, raffrontate poi con gli altri anni precedenti – 2.043 imprese prese in esame nel 2005, 2561 nel 2006, 2585 nel 2007 e 2.375 nel 2008 – hanno permesso di estrapolare quei dati che meglio riflettono il rapporto determinatosi tra l’andamento reale delle imprese ed i parametri utilizzati per gli Studi di Settore, e focalizzare l’attenzione su congruità e adeguamenti.

CONGRUITA’

Il dato sulla congruità, evidenzia in modo abbastanza netto l’impatto negativo avuto dagli Studi di Settore con l’introduzione degli Indici di Normalità Economica, a partire dall’anno di imposta 2006. Rispetto al precedente quando le imprese congrue erano il 70,4%, nel 2006 si assiste ad un brusco calo della capacità da parte delle aziende a rientrare spontaneamente nei parametri stabiliti e le “congrue” alla fine saranno solo poco più della metà: il 50,6%. Situazione praticamente invariata l’anno successivo (50,7%) e leggera risalita nel 2008, 56,6%, per un primo “effetto lenitivo” dovuto ai correttivi anticrisi. Fattore quest’ultimo il cui peso ha inciso invece in modo notevole nel 2009: sono state 1.554 le imprese congrue lo scorso anno, pari al 65.85% del totale, con un aumento percentuale di oltre nove punti. I correttivi hanno consentito di rientrare nei parametri stabiliti dagli Studi di Settore e di conseguenza di essere esclusi da ulteriori indagini al 27,7% delle aziende in esame, mentre senza i quali, solo il 38,1% sarebbe risultato congruo.

ADEGUAMENTI

Si abbassa invece rispetto agli anni precedenti, la percentuale delle ditte che, non riuscendo a rientrare nei parametri definiti dagli Studi di Settore, hanno deciso di adeguarsi. “Solo” il 14,4% delle imprese prese in esame nel 2009 si sono adeguate, contro il 18,4% registrato nel 2007 (il 2005 e il 2006 avevano fatto segnare rispettivamente il 16,8% e il 15,2%), e la sostanziale tenuta dello corso anno (17,9%) rispetto al 2007.

“Un’analisi – precisa Daniele Cavazza, responsabile delle politiche economiche di Confesercenti Modena – che mette in primo piano il ruolo e l’importanza dei correttivi anticrisi; richiesti dalle associazioni che rappresentano la piccola e media imprenditoria, e in particolare da Confesercenti, ed ottenuti solo dopo estenuanti trattative con il Ministero delle Finanze e le società di elaborazione ad esso collegate quali SOSE e SOGEI. Un intervento soprattutto che, nonostante l’avvio incerto del 2008, ha portato benefici a migliaia di imprese, altrimenti destinate ad un prelievo aggiuntivo di imposta in un momento difficile, caratterizzato sia dal calo dei ricavi che dei margini operativi, oppure ad esporsi al rischio di un lungo, estenuante e costoso contenzioso nei confronti della Amministrazione Finanziaria. La situazione economica attuale segna ancora uno stato di crisi pesante e diffusa; ragione che ci spinge a rinnovare e confermare il nostro impegno affinché questi correttivi anticrisi siano ulteriormente affinati e resi maggiormente efficienti anche per l’anno d’imposta 2010”.