No al burqua, al niqab e a “tutti gli indumenti che portino a un occultamento della persona”. Ma anche richiesta di “percorsi specifici per le donne straniere che da sempre incontrano difficoltà maggiori sulla strada dell’integrazione”. A prendere posizione sulla spinosa questione sono tre consigliere provinciali del Pd – Monica Brunetti, Elena Gazzotti e Cécile Kyenge – con un ordine del giorno sul “rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
“Il burqua – spiega Monica Brunetti – lede la dignità della donna e la mette in condizioni di oggettiva inferiorità. Del resto il ruolo della donna in altri paesi è spesso subordinato e costretto da società che promuovono ancora il patriarcato come unico modello possibile”.
Tuttavia – sottolineano le tre consigliere nel loro ordine del giorno – sarebbe sbagliato pensare di risolvere il problema con divieti e multe, come avviene in Francia. Quello che serve – a loro giudizio – è “un dialogo e un percorso comune con e per i cittadini stranieri residenti sul nostro territorio”.
“L’obiettivo – aggiunge Cécile Kyenge – dev’essere la partecipazione attiva degli stranieri alla vita politica e sociale della nostra provincia”. Quindi no a “divieti imposti senza condizioni”, in quanto “il percorso di Francia e Italia è profondamente diverso e richiede soluzioni differenti e di più ampio respiro”.
Il documento chiede alla Provincia di “continuare nello sviluppo di forme di educazione, formazione, informazione, sensibilizzazione per avviare percorsi di costruzione della cittadinanza attiva degli stranieri”. Chiede inoltre l’istituzione di un “tavolo di discussione tra i rappresentanti delle comunità straniere e i rappresentanti della giunta provinciale”.