L’on. Ivano Miglioli replica alle dichiarazioni dell’on. Bertolini (Pdl) su un presunto “patto occulto” tra Pd, amministrazione e cooperative.«Proprio quando uno tsunami giudiziario si abbatte sulla maggioranza e sul governo, provocando vittime più o meno illustri – si sono già dimessi i ministri Scajola e Brancher e il sottosegretario Cosentino – il centrodestra cerca di parlare d’altro, di trovare pagliuzze nell’occhio altrui mentre non s’accorge o fa finta di non accorgersi della gigantesca trave infilata nel proprio.
Costretta ad annaspare nella tempesta che scuote il suo partito, il suo governo e il suo leader, l’on. Bertolini crede – sulle orme del sottosegretario Giovanardi – di trovare un appiglio, un salvagente, nelle accuse rivolte dal patron di Esselunga, Caprotti, alle cooperative e al Comune di Modena.
Quel salvagente è solo una camera d’aria bucata. Ricordo sia a Giovanardi che alla Bertolini che esiste un lungo elenco di sentenze della giustizia penale e civile che smontano il teorema del “patto occulto”: ultime in ordine di tempo il ricorso contro il piano particolareggiato del Comune respinto dal Tar e la denuncia a seguito della pubblicazione del libro “Falce e carrello” archiviata dalla magistratura.
Ma questo ai due esponenti del centrodestra non interessa, l’importante è gettare fango e discredito, arte nella quale la destra eccelle, come sanno bene il governatore Caldoro e tutte le vittime del killeraggio orchestrato dalla macchina mediatica del Cavaliere.
Quello che continua a stupire – in tale abisso politico, economico e morale – è il tentativo grottesco dei fedelissimi di “Cesare” di suonare l’arpa della propaganda mentre l’incendio divampa, come se i modenesi, compresi gli elettori di destra, fossero tutti idioti.
Bene ha fatto il sindaco Pighi a rivolgersi alla Procura. C’è un limite a tutto, anche all’indecenza, e questa destra l’ha superato da un pezzo. Ma il giudizio più severo, ne siamo certi, non sarà quello della magistratura. Sarà quello di un Paese stremato dalle cure di Tremonti e dall’arroganza di una “cricca” senza scrupoli».