Si è svolta oggi, venerdì 16 luglio 2010 la conferenza stampa di presentazione della stagione 2010-2011 del Teatro Gonzaga “Ilva Ligabue” di Bagnolo in Piano.

Una stagione popolare all’insegna della qualità con nomi importanti del teatro italiano. Sono queste le linee guida del prossimo cartellone del Teatro Ilva Ligabue di Bagnolo che riunisce nei sette titoli proposti il teatro classico, il comico, il teatro di impegno civile, il teatro musicale.

Aprirà la stagione Eduardo più unico che raro che, per la regia di Giancarlo Sepe, presenta quattro atti unici molto divertenti del grande Eduardo De Filippo. Un nutrito gruppo di attori capitanati da Rocco Papaleo (immagine in alto) darà vita a quattro storie in cui tornano alcuni dei temi cari al drammaturgo napoletano, come i rapporti di coppia, la povertà, l’aspirazione al benessere che la propria condizione non consente; il tutto condito con gli immancabili equivoci, l’umorismo, ma anche la profonda riflessione che Eduardo ha sempre messo con maestria nelle sue opere.

La stagione proseguirà con Vito e Maria Pia Timo, in Se perdo te 2 (immagine al centro), sequel del fortunatissimo Se perdo te. Il comico bolognese torna col suo trasformismo a interpretare nuovi personaggi vittime del progresso che ha ormai cambiato la morfologia dell’Emilia: sono i centri commerciali, gli outlet, i grandi saloni del mobile, i padelloni della tv satellitare . C’è solo un posto che resiste agli attacchi del consumismo. Questa riserva indiana è Fossa Ranuzzi, il feudo di Don Guido e della sua perpetua, dove, però un evento imprevisto creerà una piccola rivoluzione.

Appuntamento successivo con Lella Costa, raffinata interprete di un teatro che con sarcasmo, ironia, satira, riesce a riflettere sui grandi temi dell’esistenza, riletti a partire dal nostro quotidiano. Con il suo nuovo spettacolo Arie, l’attrice milanese aggiunge un’altra importante tappa al suo percorso artistico in cui i temi a lei cari avranno questa volta come filo conduttore la musica.

Piazza d’Italia, tratto dal fortunato romanzo di Antonio Tabucchi, è il titolo dello spettacolo di febbraio che si avvale della regia di Marco Baliani e che vedrà come interpreti un gruppo di bravissimi attori giovani. Prodotto dal Teatro di Roma, si racconta la storia di un borgo della Toscana nell’arco di tempo che va dall’Unità d’Italia ai primi anni Sessanta. Un affresco della storia nazionale visto dalla parte della gente comune; uno spettacolo sulla memoria che offre l’occasione anche per riflettere su temi oggi di grande attualità come la Costituzione e l’Unità d’Italia.

La stagione si concluderà con due importanti appuntamenti musicali: a marzo sul palcoscenico di Bagnolo la Compagnia di Corrado Abbati presenterà il nuovo allestimento de La vedova allegra (immagine in basso), l’operetta per eccellenza, con le intramontabili musiche di Franz Lèhar, cui seguirà Oblivion Show, sicuramente uno dei fenomeni musicali del momento. Gli Oblivion ritornano sotto la guida di Gioele Dix, dopo la straordinaria tournée dello scorso anno che li ha fatti conoscere al grande pubblico. Cinque cantattori in uno spettacolo con musiche dal vivo, che coinvolge il pubblico e lo travolge con la velocità delle gag, con l’arguzia delle citazioni e dei riferimenti musicali e letterari, con la sensazionale tecnica vocale e precisione scenica di una compagnia che è cresciuta a pane e musical.

Oltre 730.000 visualizzazioni su You Tube del loro micro musical sui Promessi sposi che è solo una delle proposte cui il pubblico potrà assistere in una serata che ripercorrerà un secolo di musica italiana cui non mancheranno le sorprendenti reinterpretazioni di molti brani famosi fra i quali quelli di Umberto Tozzi, Mina, Marco Masini, Modugno, Vecchioni e Morandi, Vasco Rossi, Ivan Graziani, Claudio Baglioni e Ornella Vanoni.

La campagna abbonamenti avrà inizio a partire da venerdì 17 settembre 2010.

I prezzi di biglietti e abbonamenti saranno particolarmente popolari proprio per favorire la partecipazione massima del pubblico al teatro in un momento storico difficile in cui crediamo la cultura debba mantenere la propria indispensabile vitalità.