Nel 2009 ogni quattro appalti pubblici nel territorio provinciale, tre sono stati assegnati a ditte modenesi per un valore complessivo di 105 milioni su di un totale di 177 milioni di euro; altre imprese della regione hanno ottenuto lavori per 44 milioni. Considerando solo i lavori di valore superiore al milione di euro, la quota assegnata a imprese della regione supera il 90 per cento. Eppure il mercato modenese, che rimane su livelli alti nonostante la crisi (i 177 milioni sono relativi a 613 appalti pubblici, mentre i lavori privati sono stati 1.154 per 391 milioni di euro), risulta sempre più appetibile per ditte di altre regioni. Un’attenzione accompagnata da segnali preoccupanti come il calo di lavoratori e di imprese modenesi attive, a fronte di segnali di aumento del lavoro nero, che fanno crescere la preoccupazione per il rischio di concorrenza sleale e di infiltrazioni della criminalità organizzata.

E’ la fotografia che emerge dal Rapporto 2009 dell’Osservatorio provinciale degli appalti, attivo dal 1999 su iniziativa di Provincia e Comune di Modena. Proprio ai dieci anni di attività dell’Osservatorio è dedicato mercoledì 21 aprile il convegno “Trasparenza in cantiere”  nel corso del quale è prevista anche una tavola rotonda su “cultura della legalità e sicurezza” alla quale interverranno il sindaco Giorgio Pighi e il procuratore Vito Zincani, insieme a rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali. Le conclusioni sono affidate al presidente della Provincia Emilio Sabattini.

«L’attività di prevenzione svolta in questi anni attraverso il monitoraggio dei cantieri pubblici e delle imprese – afferma Egidio Pagani, assessore provinciale a Infrastrutture e Sviluppo delle città e del territorio – è stata efficace, così come la formazione degli operatori ha permesso di qualificare il lavoro delle stazioni appaltanti e la collaborazione con gli enti che hanno responsabilità nel settore ha consentito di intensificare e migliorare i controlli». Il protocollo d’intesa alla base dell’attività dell’Osservatorio, un’iniziativa unica a livello nazionale con queste caratteristiche, è stato sottoscritto, infatti, anche da Prefettura, Direzione provinciale del lavoro, Inps, Inail, Asl, sindacati, associazioni imprenditoriali e Casse edili.

Per l’assessore Pagani, però, «ora, di fronte ai rischi di infiltrazione delle mafie nel nostro tessuto economico, bisogna sviluppare ulteriori “anticorpi”: dai controlli sui subappalti all’utilizzo sempre più frequente, almeno nelle opere più importanti, del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa invece del massimo ribasso». Si tratta di gare più complesse da gestire ma che offrono migliori garanzie di qualità del prodotto.

«Trasparenza, procedure di qualità per permettere una concorrenza leale nella partecipazione alle gare e coordinamento tra gli enti deputati al controllo sono stati finora i cardini dell’Osservatorio sugli appalti» sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Modena Antonino Marino.

«In particolare, per rendere più efficaci le ispezioni, il Comune ha assegnato alla Polizia municipale il compito degli accertamenti amministrativi nei cantieri privati e la verifica della presenza di imprese in regola con la prevenzione degli infortuni. Poiché le mafie tendono a infiltrarsi anche nel nostro territorio – prosegue Marino – servono nuovi indicatori per rendere più efficace l’azione di prevenzione e controllo. Penso alla possibilità di allargare l’attività di monitoraggio alle imprese edili della provincia per conoscerne la composizione, l’origine e la provenienza e alla possibilità di apprendere in modo tempestivo anche gli appalti di importi inferiori a 150 mila euro».

I dati del rapporto 2009

E’ di 177 milioni di euro l’importo complessivo dei 613 appalti pubblici aggiudicati in provincia di Modena nel corso del 2009, con 294 subappalti autorizzati. L’anno precedente gli appalti aggiudicati erano stati 682 per 197 milioni di euro. I cantieri privati autorizzati nel 2009 sono stati 1.154 per 391 milioni di euro (3.793 i subappalti). Nel 2008 gli appalti privati erano stati 867 per 371 milioni di euro.

Metà delle aggiudicazioni pubbliche riguarda lavori sotto i 100 mila euro, un altro 25 per cento è nella fascia tra i 100 e i 200 mila euro. Gli appalti di valore superiore al milione di euro sono stati 34.

Limitando l’indagine al solo Comune di Modena come stazione appaltante, nel 2009 gli appalti aggiudicati sono stati 116 per 41 milioni di euro, oltre 12 dei quali sul tema viabilità e sicurezza stradale. Nel 2008 gli appalti erano stati 113 per 61 milioni di euro; 122 nel 2007 per 32 milioni di euro. Ma nel 2008 un solo appalto, quello relativo al parcheggio del Novisad, ha avuto un valore superiore ai 31 milioni di euro. Escludendo quello dall’indagine, l’ultimo anno presenta un incremento rispetto alla media degli anni precedenti, a partire dal 2005.

Nel territorio del capoluogo, inoltre, nel 2009 sono stati autorizzati 304 cantieri privati per oltre 135 milioni di euro; nel 2008 i cantieri erano stati 253 per 141 milioni di euro.

La Provincia di Modena in quanto stazione appaltante nel 2009 ha aggiudicato 71 appalti per oltre 15 milioni di euro, 13 dei quali sul tema viabilità e sicurezza stradale (109 gli appalti complessivi del 2008, per quasi 18 milioni).

 Meno imprese, cala l’occupazione ma aumenta il lavoro nero

A fine 2009 erano attive a Modena 11.343 imprese edili, 322 in meno rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo sono diminuiti anche i lavoratori (1.452 i posti persi sulla base dei dati Inail) con un fenomeno, però, che gli esperti dell’Osservatorio provinciale degli appalti descrivono come un superamento della tendenza degli anni scorsi a trasformare il lavoro subordinato in lavoro parasubordinato, autonomo o solo partita iva. «Ora si transita direttamente al lavoro nero, saltando la fase del cosiddetto “lavoro grigio”, con implicazioni preoccupanti per le tutele dei lavoratori, a partire da quelle previdenziali, e dando vita a un vero e proprio sfruttamento» spiega Vincenzo Pasculli, responsabile dell’Osservatorio, sottolineando che «la migrazione costante verso il sommerso aumenta il rischio di infiltrazioni, in particolare nei cantieri dei lavori privati».

Attraverso la lettura trasversale dei dati dell’Inail, della Camera di commercio, dell’Inps e delle Casse edili, l’attività dell’Osservatorio consente di tracciare una mappatura della struttura imprenditoriale del settore nel modenese la quale «continua a riorganizzarsi in strutture produttive più snelle che tendono a risparmiare sul costo del lavoro». Il rischio è che «la polverizzazione delle nostre imprese faccia perdere competitività rispetto ad altre strutture imprenditoriali pronte a entrare in un mercato senza controllo».

 Formazione e aumento dei controlli di DPL, ASL, INPS

Quindici giornate di formazione per, complessivamente, 958 partecipanti, in particolare tecnici degli enti pubblici che hanno approfondito diversi aspetti delle procedure d’appalto per migliorarne la qualità: dalla valutazione delle offerte anomale al tema delle sicurezza fino alle novità normative. E’ il dato di sintesi dell’attività formativa svolta dall’Osservatorio provinciale degli appalti nel corso del 2009 e che si svolge in parallelo rispetto ai controlli sempre più frequenti e mirati effettuati nei cantieri da parte dell’Azienda sanitaria, dell’Inps, della Direzione provinciale del lavoro e delle Polizie municipali.

L’Azienda sanitaria nel 2009 ha effettuato 1.567 sopralluoghi, 500 in più dell’anno precedente, con 315 rapporti all’autorità giudiziaria. Anche la Dpl ha aumentato i cantieri ispezionati, da 44 a 194, con controlli su 373 aziende rispetto alle 158 del 2008: quelle irregolari sono risultate essere 96, con 117 lavoratori irregolari e 50 in nero.

L’Inps ha svolto accertamenti su 70 aziende, rispetto alle 55 del 2008, con 43 che sono risultate irregolari con addebito (nel 2008 erano state 38).

Aumentate anche le segnalazioni della Polizia municipale di Modena all’Azienda sanitaria: 15, su 190 accertamenti, rispetto alle otto dell’anno precedente.

Contro il rischio mafie gare sulla ‘qualità’

Il massimo ribasso, la modalità più utilizzata per l’aggiudicazione degli appalti pubblici, può «non garantire la qualità dei lavori e la sicurezza nei cantieri perché avvantaggia le imprese non strutturate e che sono a rischio di irregolarità se non hanno disponibilità di finanziamento». Lo ricorda Vincenzo Pasculli, responsabile dell’Osservatorio provinciale appalti, sottolineando come nel corso del 2009 in trenta aggiudicazioni la percentuale di ribasso si sia attestata addirittura tra il 30 e il 40 per cento dell’importo complessivo dei lavori. In quei casi l’Osservatorio ha segnalato le imprese alla Direzione provinciale del lavoro per garantire controlli mirati, ma nelle opere più importanti da alcuni anni si utilizza sempre più frequentemente (una cinquantina nel 2009) il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa la cui procedura è più complessa perché, oltre al prezzo, prevede la valutazione di diversi parametri qualitativi. «Ma utilizzando questo metodo – afferma Pasculli – è possibile arginare l’ingresso nel mercato modenese di imprese che non offrono adeguate garanzie».

Il rischio di infiltrazioni mafiose, però, passa anche e soprattutto attraverso i subappalti con incidenze che possono arrivare fino al 60 per cento dei casi, sulla base delle esperienze raccolte dall’Osservatorio, con la fornitura e la posa in opera di ghiaia, sabbia, calcestruzzo, ferro, componenti, ma anche per i noli relativi a scavi, movimento terra e trasporti.

«Le stazioni appaltanti – raccomanda Pasculli – in queste fasi hanno l’obbligo della massima attenzione, controllando in particolare quelle imprese che fanno ricorso ad aziende a rischio. E particolare vigilanza va posta proprio sui cantieri dove i tecnici possono utilizzare sempre di più sistemi informatizzati per monitorare i movimenti sospetti, gli ingressi non autorizzati di mezzi e forniture».

“Trasparenza in cantiere. Dieci anni di Osservatorio provinciale degli appalti e strategie per il futuro”.

E’ il titolo del convegno, promosso da Provincia e Comune di Modena, in programma mercoledì 21 aprile (ore 9,30, Baluardo della Cittadella a Modena, piazza Giovani di Tien An Men 1) nel corso del quale è prevista anche una tavola rotonda su “cultura della legalità e sicurezza” alla quale interverranno il sindaco Giorgio Pighi e il procuratore Vito Zincani, insieme a rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali: il presidente di Confindustria Pietro Ferrari, il presidente di Confapi Dino Piacentini, il presidente di Legacoop Roberto Vezzelli. Le conclusioni sono affidate al presidente della Provincia Emilio Sabattini.

La tavola rotonda sarà preceduta dall’intervento di Domenico Pesenti, segretario generale della Filca Cisl in rappresentanza anche di Fillea Cgil e Feneal Uil, le organizzazioni sindacali del settore edile.

I lavori del convegno saranno aperti dall’illustrazione del Rapporto 2009 dell’Osservatorio provinciale degli appalti. Intervengono Antonino Marino, assessore a Lavori pubblici e sicurezza del Comune di Modena; Egidio Pagani, assessore provinciale a Infrastrutture e Sviluppo delle città e del territorio; il responsabile dell’Osservatorio Vincenzo Pasculli.