“Non riconoscere l’autorità dell’arbitro – e quindi i suoi poteri – è la parola d’ordine lanciata da una destra sedicente liberale che dei principi liberali se ne infischia allegramente. E’ la parola d’ordine, tanto per capirci, brandita dal presidente del Consiglio per attaccare di volta in volta il Presidente della Repubblica, la Corte costituzionale, il Csm e la magistratura tutta”. La consigliera comunale del Pd Ingrid Caporioni interviene così nella polemica sul nuovo regolamento del Consiglio.
“Una minoranza della minoranza in Consiglio comunale – incluso il consigliere Ballestrazzi – traduce in salsa modenese lo stesso schema, la stessa passione incendiaria per la provocazione e lo sfottò. E disconosce anch’essa l’autorità di chi – la presidenza del Consiglio – ha il compito di governare il corretto svolgimento dei lavori.
Nel caso di Berlusconi si accampa la scusa – alla faccia dei principi liberali – che gli organi di garanzia sono di parte; nel caso dei replicanti locali la scusa – ancor più miserevole – è, qualche volta, la presunta mancanza di polso del presidente del Consiglio, qualche altra, la sua presunta partigianeria.
Salvo poi gridare allo scandalo e stracciarsi le vesti quando il suddetto presidente dimostra di averne non uno ma due di polsi e difende giustamente non solo le sue prerogative ma quelle dell’Istituzione, che è al di sopra delle parti. E lo fa per il bene del Consiglio e della città, stufa di assistere a risse accese da pochi e ben individuati provocatori. Gli stessi che adesso vestono la pelle d’agnello e gridano “al lupo al lupo” agitando il pericolo di una dittatura della maggioranza.
Ho il fondato sospetto è che all’origine di tanta confusione – di idee e di comportamenti – ci sia non solo maleducazione e vuoto politico ma anche un tasso eccessivo di testosterone, una propensione tutta maschile all’aggressività verbale e non. D’altra parte non è un caso che la presenza femminile tra le file della minoranza sia ridotta all’osso come non è un caso che le ire dei “consiglieri-machisti” si rivolgano con particolare virulenza contro una presidenza che, per la prima volta nella storia del Consiglio comunale, è affidata proprio a una donna. Invidia?”.