Ha aperto a Modena sabato 26 marzo la mostra “Sandro Pipino. Vicende dipinte e Scritte” che l’artista, incoraggiato dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e dal Centro culturale “Giacomo Alberione”, grazie al sostegno come main sponsor del Gruppo Cremonini S.p.A., ha voluto dedicare a sé stesso.

“Pare ormai giunto – scrive Sandro Pipino – il tempo di radunare in un unico spazio quelle vicende dipinte e scritte che vado raccogliendo da tanti anni. Un dono che voglio offrire a quanti hanno ancora interesse a guardare la propria immagine riflessa nello specchio di una pittura che poco concede alla ricreazione”.

E questo è il tratto ispirativo di questa antologica che raccoglie un percorso iniziato 49 anni fa e che ha proceduto parallelamente, quasi, su un doppio binario quello di affidare le proprie sensazioni, le proprie ansie, i propri timori, i suoi pensieri più intimi, al pennello ed alla penna. “Un percorso che per me riguarda essenzialmente le vie misteriose della vita. A partire – commenta il Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi – da quel numero di anni, 49, coperti dalla mostra antologica, numero che la cabala o i tarocchi potrebbero interpretare, evidenziando come, per chi Conosce, il caso non è mai caso, ma per chi Ricerca la strada è sempre tortuosa, difficile, dolorosa. La nostra capacità di conoscenza è limitata, ma quei cavalli inesplicabili sanno bene dove andare, e quei personaggi che ci voltano le spalle stanno considerando il futuro”.

Così accanto ad ogni opera esposta si alternano vibranti poesie, ispirate liriche, che aiutano a comprendere lo iato che ha mosso la mano del pittore, anche nella scelta dei colori. Sono tavole semplici cui è affidato il tormento dell’artista e che raccontano delle sua vita, delle persone che ne hanno segnato le vicende, dei personaggi che ne hanno accompagnato il cammino, e qui si ritrovano tante figure che si sono intrecciate con la vita pubblica dell’ultimo mezzo secolo di Modena, la città che ne ha dato i natali e che ne ha coltivato la crescita e anche la maturazione artistica dopo un esordio che pareva segnato dalle influenze “post-impressioniste”, ancora presenti fino al 1965. Da esse si è poi staccato per sviluppare un suo personalissimo filone artistico, in una miscellanea di tendenze che ne hanno esaltato l’originalità e la personale impronta.

“Abbandonato un periodo di naturalismo più letterale, e forse letterario, Pipino – aveva scritto il critico Carlo Federico Teodoro – si è addentrato nell’analisi del panneggio: inteso non come maschera del corpo ma come realtà viva e palpitante, a sé. Se è pur vero che sempre e comunque il fare artistico è frutto di un’astrazione poiché il prodotto finale va a porsi in una dimensione del tutto diversa dal reale oggettivo, è altresì indubitabile che Sandro Pipino, pur situandosi <dentro> la figurazione, spiazza il proprio lavoro alla ricerca di contenuti che di fatto stanno ben oltre quella pur ampia categoria estetica”.

L’esposizione, che presenta uno spaccato molto ampio della sua intensa e lunga produzione artistica con circa 250 opere presenti (presentate e raccolte in un Catalogo in vendita presso la mostra a 30 euro – Ed. Artestampa), segue un percorso cronologico che va dagli esordi negli anni ’60 fino al 1973. Da qui inizia il periodo dell’elemento del drappo come “personaggio”, che si conclude intorno agli anni 1982-1983. Nel periodo e negli anni successivi ritorna la presenza della figura, un elemento che non lo abbandonerà più. Da questo percorso escono due blocchi, che hanno una collocazione separata: i “Tarocchi” ed i “Ritratti”.

La mostra allestita negli spazi delle Sale espositive del Foro Boario (via Bono da Nonantola 2) resterà aperta al pubblico fino al 9 maggio. Sarà ad o ingresso libero e visitabile tutti i pomeriggi del martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 19.30. Il sabato e la domenica i turni di apertura saranno al mattino dalle 10.30 alle 12.30 ed il pomeriggio sempre dalle 16.30 alle 19.30. Su prenotazione sarà possibile effettuare anche visite guidate per scuole, associazioni e gruppi organizzati sia in fasci oraria mattutina che serale.

“Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di questa esposizione monografica – commenta la dott. ssa Claudia Cremonini, Responsabile Relazione esterne del Gruppo Cremonini – non solo per il grande rilievo artistico e culturale che essa rappresenta, ma anche quale compendio dei cinquanta anni dell’artista modenese, che conosco personalmente e seguo da tempo nel suo percorso artistico. Attraverso una raccolta molto ampia possiamo ripercorrere l’intreccio tra la vita, l’arte e la poesia che hanno accompagnato la lunga carriera di Sandro Pipino, artista apprezzato in campo nazionale ed internazionale. La terra d’Emilia si rivela ancora una volta una terra generosa talenti e di grandi valori culturali, valori che il nostro Gruppo condivide e sostiene da sempre”.

Durante tutto il periodo della mostra si svolgeranno in collaborazione col Centro culturale “Giacomo Alberione” iniziative collaterali promosse dai ragazzi che seguono i gruppi del teatro e della musica, due conferenze e lo spettacolo di Pippo Franco proposto al Foro Boario. Si inizia con il concerto di inaugurazione per pianoforte a quattro mani di Simone Guaitoli e Alessandro Rinaldi, ospitato alle 19.00 di venerdì 26 marzo al Centro culturale “Giacomo Alberione”.

Biografia Sandro Pipino

Sandro Pipino è nato a Modena il 27 febbraio 1942. Pittore, con qualche licenza poetica, ha compiuto gli studi presso l’Istituto d’Arte Venturi di Modena. Dal 1963 ha alternato la pittura con l’insegnamento del disegno e della storia dell’arte per coniugare l’esperienza creativa dell’artista, che vive nella solitudine dello studio, con l’esperienza dell’insegnante che vive il quotidiano rapporto con gli altri. Ha abbandonato la scuola nel 1989 per dedicarsi all’attività artistica ed alla promozione della Cultura come “territorio di crescita” per l’Uomo. Conta una ventina di mostre personali in Italia ed all’estero e, fino al 1970, la partecipazione a importanti rassegne nazionali ed internazionali nelle quali ha conseguito, tra gli altri, il primo premio alla Prima Biennale d’Arte Sacra di Roma (1965) ed il secondo premio alla Quadriennale d’Europa del Piccolo Quadro (Roma 1965). Il suo rapporto con l’espressione letteraria nasce contemporaneamente al suo interesse per la pittura. Nel 1966 ha scritto, dedicandolo alla morte del padre, un libro di immagini e parole (riflessioni sui grandi temi della vita e della morte) pubblicato nel 1967 con il titolo “Immagini nel Tempo”.E’autore di raccolte di acqueforti, spesso corredate da sue poesie: L’Eclisse (1970), I Racconti del Girasole (1976), Il filo di Arianna (1980), Terra Fuoco Aria Acqua (1990).Negli anni ’87 e ’88 ha dipinto del 68 immagini dei Tarocchi pubblicati in mazzo da Italcards nel 1992 ed ora diffusi in tutto il mondo. La trama dei Tarocchi è il filo conduttore dei suoi primi due libri pubblicati da Edizioni Artestampa, uno di poesie intitolato “Sul margine dell’ombra: trentasei poesie per gli Arcani Minori (dicembre 2001) ed il racconto dal titolo “Il cerchio: viaggi tra gli Arcani Maggiori” (aprile 2003). Con Artestampa ha pubblicato nel 2003 “Gli Utopisti: piccola storia di un sogno svanito”, nel 2004 “Dai luoghi della memoria: poesie” e nel 2005 “Volti per una Passione di Cristo: disegni”. Nel 2000 una giuria presieduta dal Mario Luzi gli assegnato il primo premio di Poesia “Città di Sesto” e, nello stesso anno, gli è stato conferito il Premio Ragno d’Oro per l’Arte, un riconoscimento ai modenesi che si sono distinti nelle diverse attività professionali. E’ stato tra i promotori di alcune significative manifestazioni culturali della vita artistica modenese, prima per il Circolo della Stampa di Modena, poi per il Comune di Sestola dove ha curato le prime due edizioni della Biennale di Sestola (1981 e 1983); ha inoltre organizzato la mostra “Incontri: artisti modenesi e domenicani a confronto” (Venezia e Bologna nel 1983, S. Domingo 1984, New York 1985), il premio “Faggio d’Oro” a Sestola (’87,’88, e ’89), la mostra “Solidarietà d’Artista: 16 Lussemburghesi e 16 Modenesi” (1995), manifestazione inserita nel calendario ufficiale di “Luxembourg Ville Européenne de la Culture”. Come presidente della Commissione Cultura del Comune di Sestola ha curato le manifestazioni di “Sestolaestate per Hermann Hesse” (1999) e “Sestolaestate per il Mito: tra immagini suoni parole”(2001).