Sorpresa: fare l’allevatore di vacche rosse piace anche ai giovani. “E quest’anno ci presentiamo alla giornata dell’allevatore di razza Reggiana con tre grandi novità: 14 caseifici che producono Parmigiano Reggiano delle vacche rosse – vent’anni fa era uno solo – l’83% di nuove aziende che producono latte di vacche rosse in più di quattro anni fa (oggi 44 contro le 24 di quattro anni fa) e la presenza di nuovi giovani agricoltori”. Parole di Marco Prandi, presidente dell’Associazione nazionale allevatori di razza reggiana (Anaboare), che sabato 20, alle ore 9.30, nella sede del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, chiama a raccolta gli agricoltori e gli appassionati di questi animali, giunti con le invasioni barbariche del VII secolo.

E il successo, davvero clamoroso, del formaggio delle vacche rosse si presenterà con i volti giovani degli under 40: Alberto Baroni (Toano), Gabriele Conti (Reggio Emilia), Claudia Incerti (Reggio Emilia), Enrico Baiocchi (Gattatico), Tiziano Chiarabini (Villa Minozzo), Gabriele Aguzzoli, (Campegine), Marcello Prandi (Reggio Emilia), Marco Benassi (Baiso), Fabio Fiandri (Prignano S/Secchia), Matteo Ilari (Reggio Emilia), Diego Valentini (Castelnovo ne’ Monti), Riccardo Ferrarini (Cadelbosco di Sopra), Marcello e Manuel Novelli (Novellara)

“Una realtà che comprende aziende presenti a Reggio Emilia, Parma e Modena e che, sicuramente, deve oggi il suo successo a quotazioni del latte pagato agli agricoltori superiore del 70%, come ha dimostrato negli anni scorsi uno studio svolto dal Centro ricerche produzioni animali (Crpa)”.

“La nostra associazione – spiega Prandi – prosegue col suo sistema di controllo e rintracciabilità dell’intera filiera, oltre che con la marchiatura del formaggio delle vacche rosse, che è incurante della crisi dei formaggi a pasta dura e spunta quotazioni medie superiori ai 16 euro al chilo.

“E’ un sistema che paga – aggiunge il presidente –, perché oltre al latte di qualità (con il 3,45% di proteine) e al prodotto ricercatissimo sul mercato, questi animali impiegano meno mangimi concentrati, molto cari, a vantaggio di ottimi foraggi anche non di alto valore nutritivo; necessitano di un minore uso di farmaci, sono longevi (costa meno allevare la rimonta) e…rispettosi dell’ambiente, perché utilizzano prati stabili e colture meno idroesigenti: sabato vedremo come possono utilizzare anche una coltura antica e legata al territorio come il pisello proteico”.

Un prodotto di nicchia che potrebbe diventare di massa?

“No – risponde Giorgio Davoli, presidente della sezione Reggiana nell’Associazione Provinciale Allevatori di Reggio Emilia – perché occorre monitorare costantemente il mercato e, come stiamo facendo ora, continuare a mantenere in mano la produzione, che contraddistingue l’Anaborare con l’ulteriore marchio delle vacche rosse sul piatto della forma”. Il quale, è ormai noto, indica che è un formaggio fatto solo con latte di questa razza e con almeno 24 mesi di stagionatura. Le bovine sono alimentate con foraggi totalmente del territorio e dei nostri prati stabili”. Intanto è possibile consultare il sito www.razzareggiana.it, dove tutti gli allevatori, giovani e meno giovani, presentano le loro aziende e le loro ineguagliabili vacche rosse.

(Gabriele Arlotti)

Il programma della giornata

‘Vacche rosse sempre più con alimenti del territorio’

Sabato 20 febbraio, alle ore 9.30, nell’Auditorio del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano in Via Kennedy 18 (Reggio Emilia) si svolge la tradizionale giornata dell’Allevatore della Razza Reggiana.

Intervengono: Marco Prandi Presidente Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Reggiana; Luisa Antonella Volpelli Università degli studi di Modena e Reggio Emilia “Pisello proteico e fava nell’alimentazione delle bovine di razza Reggiana”; Giuseppe Alai Presidente Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano; Roberta Rivi Assessore all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia.