Secondo la definizione del poeta Andrè Breton il Surrealismo è “Automatismo psichico puro mediante il quale ci si pone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altre maniere, il funzionamento reale del pensiero, e il dettato del pensiero, con l’assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica o morale”.
Il Surrealismo è dunque il tentativo di esprimere l’”io” interiore, in piena libertà espressiva e senza l’intervento della ragione che, mettendo in atto meccanismi inibitori, ci condiziona obbligandoci a reprimere istinti e sentimenti.
Il Movimento impiega la tecnica del collage poiché in grado di visualizzare, attraverso forme e colori, le proiezioni mentali dell’individuo e porsi come chiave interpretativa attraverso la quale opera l’inconscio.
Nelle giornate di sabato 30 gennaio, 13 febbraio e 27 febbraio il Fotomuseo Panini propone un laboratorio ad hoc: l’obiettivo è quello di assecondare la libera-istintiva scelta di ogni eventuale partecipante, realizzando dei fotocollage con riproduzioni di fotografie del Fotomuseo, riviste e quotidiani. I ritagli vengono accostati liberamente, ottenendo così un’opera in grado di porsi in linea con le tematiche dell’oblio e dell’inconscio, tanto centrali nella poetica surrealista.
Ogni appuntamento è introdotto da una proiezione commentata dall’operatore didattico, che spiega le sperimentazioni fotografiche nate nel contesto artistico del Surrealismo e, in particolare, in quello di Štyrský.
Il laboratorio – che si tiene appunto sabato 30 gennaio, 13 febbraio e 27 febbraio – si svolge a partire dalle ore 16,30. È richiesta la prenotazione telefonica obbligatoria (059-224418) e il costo è di 1,00 euro a persona.
Attraverso la liberazione dell’automatismo psichico, con cui si rende possibile l’accostamento di immagini apparentemente contraddittorie, il Surrealismo si proponeva di costruire una dimensione altra, “surreale”, in cui la contraddizione tra sogno e realtà è indefinita. Il Surrealismo non si limitava a trascrivere passivamente il segno, ma cercava piuttosto di scoprire il meccanismo secondo il quale opera l’inconscio. La novità introdotta dal Surrealismo risiede proprio nella consapevolezza storica e scientifica della ricerca fantastica e onirica: motivata dalla stessa psicanalisi freudiana, l’arte surrealista doveva quindi diventare uno strumento per scoprire la dimensione del sogno e persino della follia.
Il collage surrealista quindi, utilizzando per la sua realizzazione un processo di “selezione-combinazione” casuale, si poneva in collegamento con la ricerca psicoanalitica freudiana. Ecco allora che la tecnica del collage, usata ad alti livelli da artisti quali Max Ernst e John Heartfield, veniva sfruttata per il suo valore evocativo funzionale, utilizzando diversi materiali come riviste, foto, parole estrapolate da giornali.
Per informazioni e prenotazioni: Fotomuseo Giuseppe Panini, via Giardini 160 a Modena, tel. 059-224418. Referente: Chiara Reverberi.