Il sistema delle imprese ha retto alla crisi. Il bilancio 2009 su natalità e mortalità si chiude infatti in attivo (+0,28%) anche se di stretta misura per le aziende italiane, ma la crisi colpisce duramente i più piccoli: sono 30mila in meno all’appello. E’ quanto emerge in sintesi, dai dati diffusi oggi da Unioncamere sulla rilevazione trimestrale, condotta da InfoCamere.
La rilevazione evidenzia un 2009 ‘a due facce’, per il sistema delle imprese italiane. Il segno ‘più’ resiste infatti, davanti al dato del saldo complessivo di 17.385 imprese (pari ad un tasso di crescita dello 0,28%, il più modesto dal 2003), come risultato della differenza tra le imprese nate nei passati dodici mesi (385.512 unità) e quelle cessate nello stesso periodo (368.127).
Dietro al saldo generale tuttavia si muovono le diverse anime dell’imprenditoria italiana: da un lato, continua la dinamica positiva delle società di capitali, aumentate di 45mila unità; dall’altro, la crisi sembra acuire le difficoltà delle imprese piu’ piccole, soprattutto quelle di tipo individuale, che l’anno scorso sono complessivamente diminuite di 30mila unità, più della metà delle quali artigiane.
In crescita, sempre secondo i dati Unioncamere, inoltre i servizi alle imprese (+2,2%) e turismo (2,7%). Il conto più salato della crisi lo pagano Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna e Puglia.