Parma è la provincia emiliana-romagnola che nel 2009 ha risentito meno della crisi, grazie soprattutto alla forte incidenza della filiera agroalimentare, tanto che il 2010 prevede una ripresa del valore aggiunto totale provinciale: è quanto emerge dalle stime realizzate da Unioncamere in collaborazione con Prometeia presentati oggi dalla Camera di Commercio di Parma.

L’industria e l’artigianato manifatturieri, e il commercio al dettaglio, hanno infatti registrato una flessione che tuttavia è minore rispetto a quella regionale e nazionale. L’esportazione alimentare e l’industria delle costruzioni sono invece in controtendenza positiva rispetto agli altri settori e all’andamento regionale e nazionale.

“I numeri sono pesanti ma, letti complessivamente e comparati con gli ambiti regionale e nazionale, consentono di affermare che, ancora una volta, il sistema Parma ha mostrato solidità e ha dato segni di vitalità non riscontrabili altrove, nemmeno in province vicine e con una struttura economica diversa ma altrettanto forte”, ha commentato il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari.

I principali fattori congiunturali dell’industria manifatturiera, in calo rispetto al 2008, sono comunque migliori di quelli di Emilia-Romagna e Italia: decrescono il fatturato (il – 11,1% parmense comunque migliore del -15% regionale e del -14% italiano), in minor misura quello estero (-6,2% per Parma mentre in Emilia-Romagna è del -8,4% e il Italia -9,1%), la produzione e gli ordini. Anche l’artigianato manifatturiero ha subito un andamento negativo, soprattutto in periodo primaverile per produzione (-12,1%) vendite (-12%) e domanda (-11,7%). In continua flessione dal primo semestre 2008 è il commercio al dettaglio che ha registrato una contrazione del fatturato del 3,0%, ma si trova in linea con la situazione regionale (-3,2%) e con quella nazionale (-4,5%). Solo l’industria delle costruzioni con +0,8% è in controtendenza, sia rispetto all’anno scorso (-2,1%) sia alla decrescita regionale (-3,9) e nazionale (-8,2%) . Il numero delle imprese attive – che con 43.416 unità sono in calo rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente (43.799)- è tuttavia, per valore assoluto, al quarto posto dal 2005 ad oggi.