La ricerca, presentata in un convegno a Unioncamere, illustra l’evoluzione delle principali aree distrettuali italiane. Il rapporto sui distretti italiani riporta, tra gli altri, approfondimenti sui distretti ceramico di Sassuolo, tessile-abbigliamento di Carpi e biomedicale di Mirandola. Il progetto, mirato a delinare un quadro dettagliato della situazione ed evoluzione delle aree distrettuali del nostro Paese, è stato realizzato dalla Federazione dei Distretti Italiani in partnership con Unioncamere e Confindustria, nonché in collaborazione con Banca d’Italia, Censis, Fondazione Edison, Intesa Sanpaolo, Istat, Symbola.
Il 2010 segna la nascita dell’Osservatorio Nazionale Distretti Italiani e la pubblicazione del 1° Rapporto, che intende delineare il quadro completo di 92 distretti censiti e delle realtà che ne fanno parte. I Rapporti hanno scadenza annuale al fine di aggiornare ed integrare tempestivamente i dati e le analisi, approfondendo l’evoluzione del movimento distrettuale.
L’area di Sassuolo si caratterizza non solo per la proliferazione di imprese ceramiche, ma anche per la concentrazione di altre attività produttive e di servizio complementari legate al ciclo della piastrella. In particolare, qui si colloca il cuore dell’industria italiana meccano-ceramica, leader mondiale del comparto; sono poi presenti importanti attività legate alla progettazione, al design e decorazione delle piastrelle, con la produzione di smalti e colori, al packaging del prodotto ed alla logistica distributiva. Il modello produttivo del distretto è caratterizzato, inoltre, da complesse reti di relazioni che si instaurano tra le imprese e tra queste e il loro ambiente. Da un lato si formano legami di collaborazione e condivisione di risorse e di esperienze fra imprese che partecipano alla stessa filiera produttiva; d’altro lato, si genera una forte competizione tra imprese di uno stesso sistema locale che sono concorrenti sugli stessi mercati.
Lo sviluppo del distretto è collegabile essenzialmente alla disponibilità di materia prima proveniente dalle cave della zona appenninica e ad una tradizione nella produzione di ceramiche che trova traccia negli archivi storici fin dal XVIII secolo. La nascita del distretto avviene all’inizio del XX secolo, grazie alle specificità del settore, caratterizzato da una tecnologia di produzione semplice, dimensioni minime efficienti contenute, scarse barriere all’entrata, che si sono sposate con le comuni caratteristiche della struttura industriale provinciale dell’epoca: distribuzione delle risorse su tutto il territorio (per l’assenza di grandi agglomerati urbani), tradizioni civili e politiche che facilitano l’imprenditorialità e la cooperazione, disponibilità di capitali e di forza lavoro provenienti dall’agricoltura.
Il vero boom si manifesta nel secondo dopoguerra, a partire da una forte crescita della domanda di beni per l’edilizia e grazie al supporto tecnico per l’installazione e l’utilizzo di impianti e macchinari, ancora di quasi totale provenienza estera (inglese, americana, tedesca e francese), fornito dalle imprese del comparto meccanico regionale. Tale supporto ha permesso alle imprese sassolesi un importante salto tecnologico e, soprattutto, ha consentito la nascita e lo sviluppo di un vero e proprio comparto meccano-ceramico nell’area, composto da imprese precedentemente attive in altri rami (alimentare in primis), in grado di realizzare importanti innovazioni grazie all’interazione con i produttori di piastrelle.
Gli anni Settanta sono caratterizzati dalla ristrutturazione del distretto, con l’uscita delle imprese più piccole, incapaci di fronteggiare la crisi innescata dallo shock petrolifero e dalle ricadute sul mercato dell’edilizia. Il risultato è una concentrazione del distretto, con la diffusione dei gruppi: già nel 1980 circa il 50% delle imprese ceramiche del distretto è detenuto dai dodici maggiori gruppi. Nel corso degli anni Ottanta cresce la presenza all’estero dei produttori del distretto e l’introduzione di innovazioni di successo, proseguita negli anni Novanta e nel nuovo millennio, anche attraverso un generale ridisegno dei layout e della logistica degli stabilimenti, verso l’automatizzazione del ciclo di movimentazione, stoccaggio, pressatura, essiccazione, scelta e confezionamento dei materiali. In questi anni si afferma la produzione di grès porcellanato che, grazie alle sue particolari doti di resistenza e robustezza che gli conferiscono anche maggiore versatilità nelle applicazioni, anche fuori dall’ambiente domestico, diventa la prima produzione del sistema locale seguito dalla monocottura chiara (ottenuta principalmente con materie prime provenienti dall’estero) e rossa (tradizionale produzione del distretto). Inoltre, le aziende prendono coscienza dell’importanza della fase di commercializzazione del prodotto, attraverso un maggior controllo dei canali distributivi e il completamento del portafoglio prodotti offerto da ciascuna impresa o gruppo; alcune imprese avviano l’apertura, in Italia e all’estero, di catene di negozi per la vendita diretta al pubblico.
Parallelamente al forte radicamento nell’ambito distrettuale, l’industria italiana delle piastrelle di ceramica ha intrapreso anche vere e proprie strategie di internazionalizzazione produttiva, mediante la creazione o l’acquisizione di stabilimenti in paesi europei, come Spagna, Portogallo, Europa dell’Est, ma anche negli USA ed in America Latina, paesi dove si trovano molti dei principali competitors mondiali.
La forte presenza di settori collegati e di supporto fanno del distretto ceramico un vero e proprio cluster, che si sviluppa in senso verticale e trasversale lungo la filiera; questa sua caratteristica ne ha fatto uno dei distretti più studiati, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.
Innanzitutto vi sono fornitori di beni intermedi (materie prime per il supporto, smalti e colori, prodotti chimici di vario genere, refrattari, imballaggi), con particolare riguardo per i produttori di smalti e colori (più del 90% delle imprese italiane è collocata nel distretto), che incidono sulla qualità del prodotto finito in misura rilevante; inoltre è importante la presenza dei produttori di adesivi per l’edilizia, comparto industriale in cui l’Italia vanta una leadership indiscussa.
Nell’area del design si trovano le attività di decoro e taglio, specializzazioni diffuse specialmente in provincia di Modena. Le aziende sono riunite nel consorzio dei decoratori artistici ceramici denominato Cerarte.
Ma il settore collegato probabilmente più importante riguarda i beni strumentali, cioè quello meccano-ceramico: il comparto comprende la produzione di macchine per la preparazione degli impasti, presse di formatura, impianti di essiccamento, macchine per la preparazione degli smalti e per la smaltatura, macchine per il confezionamento, la movimentazione e lo stoccaggio, impianti per la depurazione, impianti generali, attrezzature di laboratorio.
La nascita di questo settore avviene tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, concretizzandosi in un gruppo di imprese meccaniche specializzate nella progettazione, produzione manutenzione e riparazione di macchine e impianti per l’industria ceramica, dopo che per diverso tempo tali attività erano state svolte all’interno degli stabilimenti produttivi ceramici. I macchinari per l’industria ceramica sono indirizzati a sei differenti tipologie di clienti: i produttori di piastrelle, sanitari, laterizi, stoviglieria, refrattari e ceramica varia.
Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica sono caratterizzate da un gran numero di piccole e piccolissime imprese, alcune delle quali lavorano prevalentemente in conto terzi, mentre sono poche le imprese di grandi dimensioni.
Infine esistono numerosi fornitori di servizi specializzati, come le consulenze tecnico-impiantistiche, commerciali, pubblicitarie, design, trasporti e logistica. Più in generale i servizi, che sono tuttora in continua crescita, sono offerti, oltre che a clienti italiani, anche ad imprese straniere, che trovano nel distretto una serie di competenze e di know how difficilmente reperibili altrove.
Istituzioni e Distretto:
Il distretto ceramico di Sassuolo, nonostante l’indubbia rilevante evoluzione delle tecnologie e dei prodotti, conserva tuttora la struttura ed il tessuto industriale che ne ha caratterizzato lo sviluppo nel corso della sua storia e, pur non esistendo atti ufficiali che ne abbiano sancito una specifica regolamentazione, è presente a pieno titolo nelle politiche e nelle linee di sviluppo regionali e locali.
In quest’ambito è essenziale il ruolo di primo piano riconosciuto a Confindustria Ceramica dai diversi interlocutori, privati e pubblici, che va oltre le consuete competenze delle Associazioni imprenditoriali.
A conferma di ciò, si citano il progetto Emas di distretto, che, a seguito di un apposito protocollo d’intesa firmato nel 2002 fra Regione Emilia Romagna, Province di Modena e Reggio Emilia, Comitato Ecolabel-Ecoaudit e l’allora Assopiastrelle (ora Confindustria Ceramica), ha impegnato in un percorso di progressivo miglioramento ambientale le aziende in stretta sinergia con gli enti pubblici competenti.
Più recentemente, inoltre, la Regione Emilia Romagna ha manifestato la propria volontà di realizzare a Sassuolo uno specifico polo tecnologico della ceramica, destinato a divenire il catalizzatore quantomeno a livello regionale di tutte le attività di ricerca dedicate al settore di riferimento ed all’indotto, attribuendogli, fra l’altro, un concreto ruolo di coordinamento e di supervisione delle attività svolte in materia dagli altri enti di ricerca presenti sul territorio.
Il disegno di questo polo tecnologico prevede altresì l’integrazione con altre competenze, proponendolo quale punto di riferimento per l’attività di formazione dedicata al business ceramico e come centro culturale, ospitando una apposita struttura museale.
Sviluppi strategici del distretto:
Le principali strategie di sviluppo perseguite riguardano l’interazione tra i comparti come fonte di innovazione e differenziazione dei prodotti la penetrazione dei mercati esteri
Riguardo alla prima strategia, il prodotto ceramico distrettuale può contare, da un lato, su caratteristiche tecniche di robustezza e durata nel tempo (frutto di innovazioni di processo sviluppate con i produttori di macchinari che hanno altresì ampliato le possibilità di applicazione del prodotto) e, dall’altro lato, su un design accurato, (create dall’interazione con soggetti specializzati), e su un’ampia gamma di prodotti, (grazie alla presenza di una pluralità di soggetti di nicchia).
Per realizzare tale varietà l’industria ceramica investe in ricerca per lo sviluppo di nuovi materiali e processi, collaborando con i settori complementari, con l’impiantistica, le aziende fornitrici di materiali, di decori, con specialistiche. La forza innovativa del distretto è connessa alla presenza di un elevato numero di attori coinvolti nel distretto (grandi gruppi, fornitori specializzati, lavorazioni complementari, associazioni di categoria, centri servizi), e alle loro modalità di interazione hanno storicamente costituito il fattore competitivo chiave del distretto, ancora oggi sotto molti aspetti efficace di fronte alle nuove sfide. La collaborazione tra le realtà distrettuali, favorita dalla prossimità spaziale degli attori, e la presenza di aziende tecnologicamente avanzate e impegnate nelle attività di ricerca rappresentano la chiave della competitività del distretto. Altrettanto importanti sono i rapporti di interazione tra le imprese di grandi dimensioni e imprese di nicchia, produttrici di elementi complementari (greche, battiscopa…) o di prodotti ad elevata specializzazione (piastrelle con formati non standardizzati etc.). L’ampiezza della gamma dell’offerta distrettuale si è costruita nel tempo grazie anche alla forte divisione del lavoro di tipo orizzontale (subfornitura di qualità), tra soggetti portatori di competenze complementari. Tale divisione del lavoro ha consentito, potendo contare su una elevata imprenditorialità stimolata dalle economie distrettuali, di continuare a mantenere una forte capacità innovativa e di mantenere un presidio anche su nicchie non profittevoli per la grande dimensione.
Con riferimento alle strategie di internazionalizzazione, una delle caratteristiche distintive del distretto di Sassuolo è legata all’elevata capacità di penetrazione dei mercati esteri, ottenuta attraverso la diversificazione dei mercati serviti e spostando i flussi di vendite verso gli sbocchi commerciali con maggiori dinamiche di domanda (i primi tre mercati di sbocco sono Usa, Germania e Francia, che raccolgono oltre il 50% delle esportazioni di piastrelle provenienti dalle province di Reggio Emilia e Modena).
Negli ultimi anni, alla promozione creata dalle Fiere (in Italia ed all’estero), le cui ricadute grazie anche al ruolo delle istituzioni distrettuali riguardano tutto il distretto, si sono affiancate nuove strategie di penetrazione dei mercati, più dipendenti dalle singole strategie d’impresa.
Sui mercati esteri, le strategie delle imprese distrettuali si focalizzano: sulla ricerca di un maggior presidio commerciale, con lo sviluppo di accordi e joint-venture, anche se non mancano esempi di acquisizione di società commerciali e di distribuzione; sulla riduzione dei costi logistici, che risulta legata al processo di crescita multinazionale con la costituzione di stabilimenti produttivi all’estero.
La prima strategia deriva dalla stessa struttura distributiva tipica del mercati esteri. A livello nazionale infatti la distribuzione è caratterizzata da una forte frammentazione dei punti vendita che impedisce un controllo degli stessi; il canale prevalente è quello lungo, con utilizzo di grossisti e agenti, per lo più monomandatari, che riescono ad esercitare solo un controllo parziale sulle modalità espositive. All’estero, al contrario, prevale una concentrazione della distribuzione in grandi gruppi che esercitano sul produttore un forte potere, sia in termini di scelte di politica distributiva che strategici; è proprio per questo che la costituzione di accordi è una via preferenziale per ottenere spazi di autonomia all’interno di questi mercati.
Per quanto riguarda la seconda strategia è opportuno sottolineare che nel settore ceramico, le caratteristiche del processo produttivo (scarsa scomponibilità del ciclo) e del prodotto (elevato peso specifico, alta incidenza dei costi di trasporto, problemi legati allo stoccaggio) non favoriscono strategie di delocalizzazione. Inoltre Sassuolo costituisce un ambiente fortemente permeato di competenze e conoscenze, che presenta intatti tutti i vantaggi competitivi derivanti dall’agire in ambito distrettuale (competenze e specializzazioni, innovazione, flessibilità produttiva, trasparenza informativa, settori di supporto, ecc.).
Infine, nonostante i problemi di natura viaria, il distretto, grazie anche ai servizi offerti e alle infrastrutture realizzate, rappresenta anche una piattaforma distributiva per tutto il mercato europeo. Fino ai primi anni novanta il presidio estero si è concretizzato nell’apertura di centri di servizi alla vendita e di show rooms e nell’acquisizione di società commerciali e di distribuzione, spesso assieme ad altre imprese del distretto. Nel corso degli anni Novanta, e in tempi più recenti, molti dei gruppi presenti nel distretto hanno proceduto più frequentemente all’acquisizione, alla realizzazione di impianti produttivi, attraverso investimenti diretti all’estero, per meglio servire i nuovi mercati, in termini di costi e tempi: queste due forme di internazionalizzazione della produzione rientrano in un processo di crescita multinazionale, nel quale il distretto continua tuttavia a mantenere un ruolo di primo piano. Le principali direzioni verso le quali si sono indirizzati gli investimenti all’estero riguardano da una parte il continente americano, per l’alta incidenza del trasporto nei costi distributivi, dall’altra i principali mercati europei, come Francia e Germania; in questo secondo caso la scelta della localizzazione è collegata soprattutto alla possibilità di ridurre i costi di accesso alle materie prime e ai mercati finali dei paesi dell’Est Europa.
E’ infine in corso da tempo un’approfondita valutazione dei processi logistici, sia nell’ambito delle singole imprese, sia a livello distrettuale e di filiera, finalizzata alla revisione critica di questa funzione strategica per le imprese e per il territorio. L’obiettivo è di individuare nuove soluzioni tecnologiche, informatiche, gestionali ed organizzative per innovare la filiera logistica ed i relativi processi comunicativi e di scambio dati, arricchendo la componente di servizio dell’offerta delle aziende ceramiche italiane con elementi innovativi. Al riguardo, con la collaborazione di Confindustria Ceramica, sono stati elaborati appositi progetti che coinvolgono numerose aziende ceramiche e dell’indotto e mirano, attraverso azioni che si sviluppano in un insieme articolato ma coerente, a sviluppare vantaggi competitivi rispetto all’offerta concorrenza internazionale.
Confindustria Ceramica e distretto:
La capacità di interlocuzione fra le diverse istituzioni di Sassuolo e dei comuni limitrofi rappresenta un elemento chiave della competitività del distretto. Fra queste, riveste un ruolo di particolare rilievo, grazie al legame diretto con le aziende del settore ceramico, ma anche al fattivo rapporto con le altre istituzioni, Confindustria Ceramica, associazione di categoria che rappresenta l’industria ceramica italiana, con sede a Sassuolo. Oltre ai servizi caratteristici delle associazioni imprenditoriali, (relazioni industriali, relazioni commerciali, fisco e finanza, assistenza legale e sindacale…) Confindustria Ceramica:
– realizza elaborazioni statistiche e analisi sull’andamento del mercato, sull’industria delle piastrelle di ceramica, dei materiali refrattari, dei sanitari e della stoviglieria, ricerche relative ad ambiente, energia, trasporti, sicurezza, normazione tecnica, certificazioni di qualità dei prodotti;
– nell’ambito della promozione e del commercio internazionale, promuove e partecipa all’organizzazione di eventi di particolare importanza, come Cersaie, salone internazionale dell’industria ceramica per l’edilizia e l’arredo bagno, che si tiene ogni anno a Bologna, o Coverings, la più importante esposizione del Nord America per le piastrelle di ceramica e le pietre naturali, in joint venture con ASCER (Associazione dei produttori spagnoli di piastrelle di ceramica) e le organizzazioni americane CTDA (Ceramic Tile Distributors Association), NTCA (National Tile Contractors Association) e TCA (Tile Council of America);
– promuove e collabora alla realizzazione del master in “Ingegnerizzazione di prodotto e di processo e nuove strategie di mercato nel settore dei materiali ceramici per l’edilizia”, organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Presso la stessa Università è stata attivata una laurea triennale a indirizzo ceramico in ingegneria dei materiali e sviluppata la collaborazione con le facoltà di chimica e di economia, mentre sono in fase di attivazione una laurea magistrale in ingegneria ceramica e in design industriale;
– ospita il Centro di Documentazione dell’Industria Italiana delle Piastrelle di Ceramica, composto da una biblioteca e da una sezione museale, punto di riferimento a testimonianza della storia, dello sviluppo e dell’evoluzione del settore ceramico.
Centri servizio a supporto delle attività e delle strategie distrettuali:
A Sassuolo diversi soggetti svolgono un ruolo strategico a supporto della crescita del distretto, nella ricerca, nella formazione, nella promozione.
Sono inoltre in via di attivazione diverse iniziative che apporteranno un ulteriore contributo sotto questi ed altri profili, che verranno inserite non appena possibile, in occasione dei futuri aggiornamenti della presente scheda.
Nell’ambito dei centri di servizio:
– il Centro ceramico, consorzio universitario con sedi a Bologna e a Sassuolo, svolge attività di ricerca, prevalentemente applicata, sulle caratteristiche mineralogiche, chimico-fisiche e meccaniche dei ceramici tradizionali, sviluppo dei nuovi prodotti, analisi dell’impatto ambientale dei processi ceramici e qualificazione ed ottimizzazione dei processi di fabbricazione ceramica. Inoltre, assiste le aziende, tramite prove di laboratorio, per la certificazione della qualità. Il Centro, al quale aderisce anche Confindustria Ceramica, collabora con gli Enti nazionali ed internazionali per la normativa tecnica relativa ai prodotti ceramici. E’ accreditato dai principali enti di normazione nonché dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica per la certificazione di qualità sul settore ceramico e dal Ministero della Sanità per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico. Infine svolge anche un’attività didattica avanzata con corsi e stage per tecnici dell’industria ceramica;
– Cerform, è un ente di formazione al quale aderiscono i comuni del Distretto e diverse Associazioni imprenditoriali, fra le quali anche Confindustria Ceramica, è stato istituito nel 1987 con l’intento di sviluppare e gestire una rete di servizi per la formazione e l’aggiornamento delle competenze rivolto agli operatori delle aziende del settore ceramico. Cerform si rivolge sia alle singole aziende, realizzando interventi specifici in base alle diverse esigenze, sia a soggetti privati come i giovani in cerca di un’occupazione nel settore ceramico. Attraverso accordi con le istituzioni scolastiche, Cerform provvede alla qualificazione di nuove figure professionali, specializzate nei diversi campi, dalla gestione degli impianti alla distribuzione fino al design;
– ProMo, Società di promozione dell’economia modenese, è una società consortile, nata nel 1987, nella cui compagine sociale trovano espressione tutte le forze economiche ed istituzionali della provincia di Modena. Per quanto riguarda il settore ceramico, dal 1999 insieme a Cerarte, realizza dal 1999 l’Indagine sul Comparto dei Corredi Ceramici, intervistando direttamente imprese del comparto del decoro ceramico e imprese del taglio ceramico.
Nell’ambito dei consorzi:
– Cerarte, consorzio dei decoratori ceramici, è nato nel 1986 con l’obiettivo di “promuovere e valorizzare l’alto livello tecnico ed estetico della ceramica italiana”. Cerarte fornisce consulenza e assistenza alle imprese associate, organizza convegni e corsi di formazione, promuove studi e ricerche di settore, svolge attività sindacale e di rappresentanza contrattuale.
– Cer-Energia (con sede legale presso Confindustria Ceramica), è il Consorzio, nato nel febbraio del 2000, che riunisce oggi 49 aziende ceramiche, per un totale di 66 stabilimenti produttivi che registrano un consumo di energia elettrica di circa 230 milioni di KWh/anno ed un prelievo di 170 milioni di metri cubi annui di gas naturale. Il Consorzio ha come obiettivo principale quello di stabilire, in nome e per conto delle imprese socie, contratti con fornitori di gas, esteri e/o nazionali, in grado di soddisfare il fabbisogno di tali imprese a costi significativamente inferiori a quelli attuali e comparabili con quelli dei principali concorrenti esteri.
Il rapporto è consultabile su portale dell’Osservatorio: Osservatorio Distretti