scuola_5Solo 113 immissioni in ruolo di nuovi docenti a fronte dei 683 che hanno lasciato per trasferimento o pensionamento; riduzione di 213 posti tra il personale Ata; un credito di 19 milioni di euro, accumulatosi dal 2004 a oggi, vantato dalle scuole modenesi nei confronti del ministero dell’Istruzione. È su questi presupposti che si basano le richieste al Ministero di un piano straordinario per finanziare progetti nelle diverse istituzioni scolastiche e la restituzione alle scuole dei finanziamenti pregressi contenute nell’ordine del giorno approvato nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale con il voto favorevole di Pd e Idv. Contrari Pdl e Lega nord, astenuto Udc.«La nuova frontiera di oggi è una scuola di qualità per tutti – ha affermato Giorgio Siena (Pd) presentando il documento – ma questo significa chiedere agli istituti scolastici un grande sforzo e farlo in una situazione di dissesto finanziario e di riduzione delle risorse umane è fantasia». Il documento sottolinea anche la necessità di «mettere la scuola e la formazione fra le priorità dello Stato e di introdurre seri e rigorosi processi di valutazione degli operatori della scuola che valorizzino il merito e la competenza professionale».

Apprezzando «la novità del riferimento al merito», Fabio Vicenzi (Udc) ha sostenuto che «una scuola di qualità è libera e non solo pubblica ma anche paritaria e rispettosa della libertà di scelta educativa delle famiglie». Per Giovanna Bertolini (Pdl) l’ordine del giorno «è solo politico e propagandistico e per questo non condivisibile» mentre il collega di partito Dante Mazzi ha rilevato che «nelle scuole modenesi non c’è carenza di organico e non ci sono stati tagli né di classi né di ore. Inoltre – ha aggiunto – i fondi del Governo stanno cominciando ad arrivare: sono ancora insufficienti ma è un inizio». Daniela Sirotti Mattioli (Pd) ha replicato che invece «mancano gli insegnanti di appoggio, sono stati tagliati i progetti e ridotti gli orari» e Lorenzo Biagi (Lega nord) ha sottolineato che «i tagli alla scuola sono iniziati con il governo Prodi» e che «la quasi totalità delle spese serve per il personale in una scuola dove il merito non conta».