L’Azienda USL di Bologna ha dato seguito immediato alla ordinanza del GIP, comunicando ai due medici indagati nell’ambito della inchiesta su falsa ricettazione e rimborsi illegali di farmaci la sospensione dall’esercizio della professione medica in rapporto con il Servizio sanitario nazionale. La sospensione decorre dal 30 ottobre 2009. E’ stato attivato, inoltre, l’iter delle procedure disciplinari nei confronti degli stessi medici, di fronte all’Ufficio di disciplina per il professionista dipendente, e davanti al Collegio arbitrale per quello convenzionato.
“Confermiamo la nostra ferma volontà di costituirci parte civile in occasione della udienza preliminare – ha dichiarato Francesco Ripa di Meana, direttore generale della Azienda USL di Bologna – nei confronti di quanti si sono resi protagonisti di una truffa così odiosa ai danni del Servizio sanitario pubblico, sottraendo risorse preziose alla tutela del diritto alla salute dei cittadini. Considerato anche l’allarme sociale destato dalla vicenda stiamo esplorando, inoltre, con i nostri legali, la possibilità di adottare ulteriori e successivi provvedimenti cautelativi nei confronti dei medici interdetti dalla magistratura. Vogliamo rassicurare i cittadini sulla nostra determinazione ad assumere tutte le misure a nostra disposizione per tutelare la loro sicurezza”.
L’Azienda Usl di Bologna collabora con le autorità inquirenti sin dall’inizio della indagine, avviata proprio a seguito di tempestive segnalazioni della stessa Azienda ai NAS di Bologna, alla fine del 2007. Le segnalazioni nascevano dal riscontro di anomalie e possibili irregolarità, tanto prescrittive che nell’andamento della spesa farmaceutica, evidenziate dall’Azienda Usl di Bologna nell’ambito della propria attività di vigilanza e controllo.