pdLa parità di genere nelle liste a sostegno dei candidati nazionali e regionali rappresenta un risultato importante. Il “50 e 50”, da obiettivo a cui tendere, è diventato regola. Ma in sé non basta. Occorre davvero che le donne trovino in questo partito quella cittadinanza piena e paritaria che fino ad ora la politica ha loro precluso. Non si tratta di un mero fatto numerico, quantitativo (in sé pur essenziale), ma di arricchire i gruppi dirigenti di quelle competenze e di quei talenti che tante donne stanno portando al Partito Democratico. Così  il coordinatore provinciale della “mozione Bersani” Davide Baruffi.

E’ quanto abbiamo fatto nella composizione delle liste modenesi a sostegno di Pier Luigi Bersani e Stefano Bonaccini: non solo due capilista donne su quattro, ma personalità che portano un contributo vero. A partire appunto da Maria Cecilia Guerra e Lucia Bursi. La prima è un’economista di fama nazionale: due anni fa, con la nascita del Pd, ha scelto di aderire e per il Pd modenese, oltre ad aver partecipato alla stesura del Manifesto nazionale, ha coordinato i lavori di una parte essenziale del programma per le amministrative della primavera scorsa. E’ un esempio positivo di come una fortissima competenza “privata” possa essere utilizzata dalla politica per irrobustire i contenuti e le proposte programmatiche. Lucia Bursi è invece la sindaca di Maranello: ha fatto molto bene nella legislatura passata ed è stata giustamente riconfermata nel suo ruolo di amministratrice. Al tempo stesso ha però messo a disposizione del nostro partito la sua competenza tecnica e politica (è un architetto che ha lavorato molto sulla programmazione territoriale nella pubblica amministrazione): è stata responsabile della materia nella segreteria regionale del Pd in questi due anni.

Nondimeno altre figure della cosiddetta società civile o della politica, che sono nelle liste modenesi proprio in ragione delle loro competenze. Penso a Maria Grazia Scacchetti, un avvocato modenese che non ha bisogno di presentazioni per la sua riconosciuta professionalità, ma anche per l’impegno civile profuso nella battaglia per i diritti di libertà delle persone: ci è parso giusto coinvolgerla per la sua credibilità e le sue competenze. Ma penso anche a quelle donne impegnate nella scuola e per la scuola (come insegnanti e amministratrici) che hanno accettato di essere nelle liste modenesi di Bersani e Bonaccini: tra le altre Cinzia Cornia, già stimatissima dirigente sindacale del settore e oggi consigliera comunale a Modena, e Maria Cleofe Filippi, assessora a Carpi alla scuola da oltre cinque anni. Così come ci sono figure di spicco del mondo della sanità, del terzo settore, delle categorie professionali.

Stiamo investendo su figure meritevoli e capaci e non è un lavoro che inizia oggi: anzi, se possiamo ora avere liste così autorevoli è anche per il lavoro fatto in questi anni – tutti insieme, uomini e donne – perché ilPd e la politica modenese crescessero: non si spiegherebbe altrimenti il fatto che in lista, per Bersani e Bonaccini, ci siano le sindache Stefania Zanni di Campogalliano, Daria Denti di Vignola, Emilia Muratori di Marano (oltre alla già citata Bursi); e che le altre sindache (tutte), abbiano deciso di sostenere proprio Bersani e Bonaccini. E vedo già un ulteriore investimento per il futuro: hanno questo segno le candidature di giovani amministratrici o segretarie di circolo come Nadia Manni, Stefania Gasparini, Linda Leoni, Giulia Pigoni, Sonia Pistoni, Cristina Ceretti, solo per citarne alcune. Persone brave e capaci, sperimentate sui loro territori, e che ora possono arricchire il gruppo dirigente provinciale e regionale.

Potrei continuare. Potrei anche aggiungere che non è un caso che anche a livello regionale siano molte di più le donne a guidare le liste di Bersani e Bonaccini rispetto a quelle degli altri candidati nazionali e regionali: anzi, più donne che uomini nel nostro caso (più uomini che donne invece i capilista di Franceschini-Bastico). Ma mi interessa il punto: a Modena abbiamo capitalizzato il lavoro sin qui svolto per rendere la politica più penetrabile alle donne e quindi più rappresentativa e democratica (oltre che più competente). Siamo ora nelle condizioni, a partire da queste liste, di fare un ulteriore passo per rendere oggi questo partito più forte e la politica più vicina alla società. A trarne vantaggio non saranno Bersani e Bonaccini ma tutto il Partito Democratico. E, auspicabilmente, tutto il Paese domani.

(Il coordinatore provinciale della “mozione Bersani” Davide Baruffi)