Stiamo per iniziare con il nuovo anno scolastico, e le cassandre che da mesi annunciano sciagure, cominciano a ragionare sui numeri, e urlare un po’ di meno. Perché? Facile: questo sarà il primo anno di cambiamenti nella scuola italiana, e però il tempo pieno, esattamente come era stato promesso, è stato garantito a tutti qui a Modena.
Certamente un grande cambiamento porterà ad aggiustamenti futuri nel percorso, però, a giudicare come qualsiasi tentativo di riforma negli ulltimi 20 anni abbia sempre portato in piazza studenti e insegnanti, credo che la strada debba essere seguita senza tentennamenti.
Concordo con l’opinione di Gian Carlo Pellacani, che nel mondo dell’istruzione e dell’università ha passato tutta la sua vita: è tempo di un nuovo rigore. Se è vero che fino ad oggi una scuola spendacciona e facilona, ha prodotto studenti poco preparati, in molti casi, allora forse non è un problema di numero di ore di lezione, quando queste come nel caso del tempo pieno, non servano anche a dare un sostegno alle famiglie, o di numero di insegnanti. Forse è un problema di rigore, di selezione, e di meritocrazia.
Tutti parlano di questi argomenti, ma alla prova dei fatti, di fronte a bocciature più facili, a esami a settembre, ai ragazzi non ammessi agli esami, di nuovo vince il buonismo della sinistra e della classe insegnante che ha formato con la sua scuola in questi anni. Pari opportunità per tutti non vuol dire tutti promossi. Vuol dire aiutiamo chi fatica, ma premiamo chi sta meglio e prima sulle sue gambe. Così si ottiene l’eccellenza.
Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL