Per l’industria manifatturiera modenese il secondo trimestre del 2009 ha rappresentato la fase più acuta della crisi economica in atto. La produzione e il fatturato hanno registrato un’ulteriore contrazione di notevole entità, mentre le attese per un recupero del ciclo nella seconda parte dell’anno restano ancorate ad una ripresa della domanda internazionale che, in questo momento, appare evidente soprattutto nelle economie del sud-est asiatico del pianeta.
E’ questo, in sintesi, il quadro che emerge dai primi dati dell’indagine congiunturale della Camera di Commercio di Modena, che rileva lo stato di salute di un campione statisticamente rappresentativo della popolazione delle imprese manifatturiere con 6 e più addetti.
Entrando nel dettaglio dei risultati, l’indice grezzo della produzione industriale ha registrato una flessione del -27,6%, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, la quale fa seguito al -21,6% del primo trimestre. Anche il fatturato ha accusato una flessione intensa, registrando, sempre in termini tendenziali, una battuta d’arresto del -25,4% (-19,8% nel primo trimestre).
A livello settoriale le contrazioni sono risultate particolarmente marcate nei settori relativi alla fabbricazione delle piastrelle (-37,6% per la produzione e -24% per il fatturato), della meccanica (-44,8% per la produzione e – 45,5% per il fatturato), dell’elettronica (-31,8% per le quantità e -30,1% per il fatturato) e dei mezzi di trasporto (-37,7% e -32,2%), coinvolgendo in misura estesa anche i relativi settori indotto. Difficile anche la fase congiunturale attraversata dal tessile (rispettivamente -8,9% per la produzione e -8,3% per il fatturato) e dall’abbigliamento (rispettivamente -12,6% e -13,2%), mentre l’unica eccezione è rappresentata dal biomedicale dove si è rilevato un aumento delle quantità prodotte del +10,1% e del +7,5% per il fatturato.
Su questi dati generali pesa il crollo degli scambi internazionali, che ha influito pesantemente sull’andamento delle esportazioni provinciali. Nel solo primo trimestre dell’anno la caduta dell’export provinciale è stata del -21,4% in valore, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, ed è proseguita anche nel mese di aprile con un ulteriore -38,4% (rispetto ad aprile 2008).
In termini prospettici, le indicazioni fornite dall’andamento degli ordini in portafoglio e dal clima di fiducia delle imprese lasciano comunque intravedere qualche elemento di miglioramento.
Relativamente agli ordini, il dato più incoraggiante sembra arrivare dalla domanda estera, la quale nel secondo trimestre ha arrestato la caduta, seppur in un quadro generale ancora molto difficile. Sempre molto negativa, invece, la domanda interna, che anche nei mesi primaverili ha continuato ad accentuare la propria flessione. In termini tendenziali le variazioni registrate sono state del -18,5% per gli ordini esteri (-21% nel primo trimestre) e del -21,9% per quelli interni (-17,5% nel primo trimestre).
Ulteriori elementi incoraggianti per il futuro sono pervenuti anche dai giudizi degli imprenditori sulle scorte di magazzino, sugli ordini e sulle prospettive a breve della produzione. Anche in questo caso, però, nonostante il miglioramento osservato nel relativo indice, occorre comunque sottolineare il suo ancoraggio sui livelli minimi, quale segnale di una possibile ripresa che si preannuncia comunque lenta nella sua evoluzione e ancora ostacolata da problemi economici internazionali non del tutto risolti.
Diversa, infine, la tendenza rilevata sul mercato del lavoro, il quale sembra iniziare ad entrare nella sua fase più critica. Difatti, nel secondo trimestre la temuta perdita dei posti di lavoro, quale conseguenza dell’arresto dei livelli produttivi, ha iniziato a materializzarsi con una flessione del -4,2% (-3,2% la media dei primi sei mesi dell’anno).
Per questa variabile le attese restano ancora molto negative, data l’ampiezza della caduta della produzione dei mesi passati. Di fronte a tali flessioni gli imprenditori modenesi stanno reagendo, in questa prima fase, ancora attraverso un ampio ricorso alla riduzione dell’orario di lavoro e all’utilizzo della Cassa Integrazione Ordinaria, i quali, tuttavia, si presentano comunque come dei provvedimenti temporanei. Relativamente alla Cassa Integrazione occorre considerare, inoltre, che l’analisi storica della serie ha posto in luce un suo utilizzo molto elevato e nettamente superiore a quello registrato nelle fasi negative del ciclo economico osservate nel passato. Difatti, ancora a giugno le ore concesse dall’Inps hanno registrato un aumento considerevole, portando la variazione media dell’intero secondo trimestre verso un +689% (+619% considerando anche il settore edile) per le ore ordinarie e un +382% per quelle straordinarie.