tempolibero-spiaggiaBandiere rosse issate e tuffi a rischio l’8 agosto per i turisti che affollano la costa romagnola, in provincia di Rimini, tra Bellaria e Cattolica. A ‘incrociare i remi’, per uno sciopero che sa di storico, saranno i ‘baywatch’ di casa nostra, in attesa di rinnovo del contratto integrativo di lavoro dal 2007. Un contratto che le cooperative dei titolari dei ‘bagni’ (gli stabilimenti balneari) e datori di lavoro degli addetti al salvataggio, non hanno alcuna intenzione di rinnovare.

Anche se, nelle ultime ore, qualcosa sembra muoversi per il futuro di 200 addetti che controllano ogni giorno 100 metri lineari fronte mare ciascuno, e con essi la sicurezza dei bagnanti in acqua. ”Oggi pomeriggio – spiega a Labitalia Mauro Rossi, segretario della Filcams Cgil di Rimini, a cui sono iscritti buona parte dei ‘marinai di salvataggio’ – abbiamo un incontro con una cooperativa e un consorzio di ‘bagnini’ che fanno riferimento rispettivamente a Confcommercio e Confesercenti, che hanno deciso di firmare il rinnovo del contratto”. Un contratto che, secondo il sindacato, non chiede la ‘luna’ ai datori di lavoro, ma solo un normale adeguamento economico e garanzie in piu’ per gli uomini delle ‘torrette’. ”Si tratta mediamente di 30-35 euro di aumento -spiega Rossi- in piu’ al mese, in base alle fasce legate all’anzianita’, su uno stipendio che arriva al massimo a 1.450 euro. E poi nell’accordo che abbiamo proposto -aggiunge- e’ inserita la garanzia che gli addetti al salvataggio, passando da una cooperativa all’altra, non perdano l’anzianita’ e il relativo ritorno economico, come invece adesso accade”. Proposte che non vanno bene, però, alle cooperative di ‘bagnini’ che fanno riferimento a Oasi Confartigianato e Lega Cooperative, che raccolgono la maggior parte dei datori di lavoro degli addetti al salvataggio. ”Oasi Confartigianato e Lega Cooperative -dice Rossi- si sono riunite e, da quanto abbiamo appreso, hanno inviato una locandina ai loro aderenti, in cui spiegano che l’8 agosto per loro sara’ sufficiente alzare la ‘bandiera rossa’ e liberarsi da ogni responsabilita’ sui bagnanti che si tufferanno”. Un’ipotesi che, secondo Rossi, non sta in piedi, e che mette solo a rischio la sicurezza dei bagnanti e l’immagine turistica della costa romagnola. ”Questa soluzione -spiega- e’ vietata da un’ordinanza della regione Emilia Romagna, che in assenza dell’addetto al salvataggio sulla torretta obbliga il ‘bagno’ alla chiusura, a meno che il ‘bagnino’ non sia in possesso egli stesso del brevetto di salvataggio”. Cosa molto rara in Romagna, secondo Rossi: ”Molti proprietari dei ‘bagni’, i ‘bagnini’, non hanno il brevetto di salvamento -dice il sindacalista- e quindi non possono salire sulle torrette”. E per decidere le modalita’ dello sciopero dell’8 agosto i ‘marinai di salvataggio’ si riuniranno domani sera. ”Presenteremo a loro -spiega il segretario della Filcams Cgil di Rimini- la situazione, diremo quali cooperative hanno firmato e organizzeremo le modalita’ dell’iniziativa, che prevede anche una manifestazione”.

 

L’assessore Pasi: “Motivo di forte preoccupazione per tutto il nostro turismo. Analoghe vertenze in altri Comuni della Riviera si sono già risolte con l’accordo delle parti”

La vertenza aperta tra i marinai di salvataggio e gli operatori di spiaggia titolari delle concessioni nella provincia di Rimini non si è finora risolta, e quindi sembra imminente lo sciopero di sabato 8 agosto. Ciò è motivo di forte preoccupazione per tutto il nostro turismo; vorrei osservare che analoghe vertenze, in altri Comuni della Riviera, si sono già risolte con l’accordo delle parti”. Così si è espresso l’assessore al Turismo della Regione Guido Pasi in merito alla protesta annunciata per sabato. “Auspico pertanto – ha aggiunto l’assessore – che ciò che è stato possibile per la maggioranza dei soggetti interessati non sia impedito a Rimini”.

Pasi ha inoltre ricordato, in risposta a richieste di pareri e interpretazioni, il contenuto dall’Ordinanza Balneare 1/2009 emanata dalla Regione. L’articolo 5 lettera C) dispone che è obbligo dei titolari di concessione per l’esercizio dell’attività di stabilimento balneare – nel periodo che va dall’ultimo fine settimana di maggio (sabato e domenica) al secondo fine settimana di settembre (sabato e domenica) – istituire in forma singola o collettiva (tramite le cooperative preposte al salvamento) un servizio di assistenza alla balneazione. Nello stesso articolo è previsto che i piani, sia singoli checollettivi, devono essere trasmessi e approvati dai Comuni; infine, sono indicate le bandiere con cui devono essere segnalate l’attivazione del servizio (bandiera bianca), la balneazione pericolosa o l’assenza del servizio di salvataggio (bandiera rossa), la chiusura degli ombrelloni per raffiche di vento (bandiera gialla). In base al contenuto dell’ordinanza, “in caso di sciopero su servizi di salvataggio sia singoli che collettivi già approvati dal Comune competente per territorio, ritengo che debbano essere garantiti i servizi minimi essenziali – sottolinea Pasi – . Non mi pare infatti che sarebbe possibile sostanzialmente chiudere le spiagge o considerare un’intera giornata di sabato alla stregua di una pausa pranzo, quando basta avvisare che non c’è servizio ed esporre la bandiera rossa. Credo che una simile eventualità – conclude l’assessore – esporrebbe i nostri ospiti ad un rischio eccessivo e che sia pertanto doveroso da parte di chi li ha sottoscritti rispettare gli accordi con i Comuni”.