Pillola abortiva ru486In merito alle modalità e agli affetti della somministrazione della pillola abortiva nelle strutture sanitarie pubbliche dell’Emilia Romagna, il Consigliere regionale del PDL Andrea Leoni, ha rivolto una interrogazione alla Regione. La sua dichiarazione nel merito.“Il metodo con cui dal 2005 ad oggi la Regione Emilia Romagna ha utilizzato e somministrato la pillola RU486 nelle strutture sanitarie pubbliche ci pare in contrasto con le indicazioni dell’Agenzia del farmaco. L’Aifa, dopo avere dato il via alla commercializzazione, ha sancito l’obbligo del ricovero ospedaliero così come previsto dalla legge 194. Da almeno 4 anni invece la Regione rossa non solo promuove ma applica in regime di day hospital la somministrazione della pillola, consentendo che la donna gestisca e viva da sola, presso il proprio domicilio, le fasi dell’aborto.

Cosa ben diversa dai dettami della legge 194, richiamati dall’Aifa, e dallo stesso Assessore regionale Bissoni che dell’AIFA è anche membro del CDA, secondo i quali il ricovero deve seguire tutte le fasi dell’aborto e quindi, nel caso della Ru486, dalla somministrazione del farmaco alla certezza dell’avvenuta interruzione della gravidanza. Delle due l’una: o l’Assessore Bissoni ha cambiato opinione sulle procedure fino ad ora utilizzate in Emilia Romagna o dica chiaramente se l’Aifa intende applicare il protocollo emiliano che legittima di fatto l’aborto fai da te a tutta l’Italia.

Non si può dimenticare che nel 2006, in virtù della via emiliana all’aborto farmacologico al Policlinico di Modena il 10% delle 55 donne trattate con pillola RU486, hanno subito complicazioni tali da dovere ricorrere ad un nuovo ricovero e all’aborto chirurgico. La prospettiva dell’aborto facile con l’uso della pillola diffusa dalla Regione Emilia Romagna non solo è in contrasto con i principi della legge 194 ma si è rivelata un pericoloso inganno per le donne.

I rischi di complicazioni e di difficoltà fisiche, ed il fatto che queste siano poi vissute dalla donna in piena solitudine e al di fuori del contesto ospedaliero, sono enormi. Noi vogliamo chiarezza sui risultati e sugli effetti della somministrazione della pillola Ru486 a Modena così come in tutti i centri ospedalieri pubblici dell’Emilia Romagna in cui è stata applicata.

Purtroppo, anche nel campo delle interruzioni di gravidanza, la Regione Emilia Romagna si è distinta in negativo, promuovendo una cultura tesa all’idea dell’aborto facile e fai da te. Noi continueremo a batterci nelle sedi istituzionali per promuovere la cultura della vita e per una piena applicazione della legge 194, soprattutto in quelle parti, fino ad ora ampiamente disattese, relative alla tutela e alla promozione della maternità”.