strage-bolognaSulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 esistono elementi seri per considerare altre piste oltre a quella della “strage fascista”? Detto senza giri di parole sì”. Così il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, in un’intervista al ‘Giornale’, all’indomani delle nuove polemiche sollevate dai fischi al ministro Bondi durante la commemorazione della strage nel capolugo emiliano e il ritorno alla piena libertà di Valerio Fioravanti, l’ex leader dei Nar indicato dalla verità processuale come uno degli esecutori della strage.“A nome del governo ho predisposto un copioso dossier, in risposta a una interrogazione dell’onorevole Raisi sul tema”, spiega, secondo cui ci sono elementi nuovi “rispetto a quelli presi in considerazione nelle sentenze”. Il sottosegretario spiega anche di avere “collezionato molti fatti che spingono a ipotizzare che ci fossero degli attori diversi sulla scena della strage, che non sono stati indagati a sufficienza”. Il riferimento è alla “pista araba”, emersa negli ultimi anni.

“Per ricostruire il contesto dobbiamo ripercorrere una storia poco conosciuta dal grande pubblico – spiega il sottosegretario – il 13 novembre del 1979 viene arrestato in Italia Abu Anzeh Saleh”, un rappresentante del Fronte popolare di liberazione palestinese che trasportava lanciarazzi. “Il 15 gennaio del 1980, pochi giorni dopo – continua Mantovano – un rapporto dell’Ucidigos ci dice che Saleh è in contatto con il terrorista George Abbash, e che si fanno pressioni sul governo per ottenerne la liberazione”. Lo stesso appunto dell’Ucigos, “non esclude il ricatto terroristico”.

Di fronte all’ipotesi che la strage del 2 agosto sia stata una rappresaglia per l’arresto di Saleh, Mantovano risponde: “Metto insieme dei fatti. Il 25 gennaio Saleh viene condannato a 7 anni di carcere. L’11 luglio c’è  un altro rapporto molto preoccupante dell’Ucidigos”, che indica “che l’Flp, per colpire, potrebbe utilizzare la rete terroristica di Carlos alla quale è  direttamente collegato e con la quale ha già operato”.

La strage quindi come un “appalto esterno”? Per Mantovano, “sempre in base a tale ipotesi, Carlos incaricherebbe Thomas Kram, un terrorista che opera nel suo gruppo e che conosce l’Italia”. Per il sottosegretario all’Interno, con la successiva scoperta che “Kram era esperto di armi e di esplosivi, e per giunta che il 2 agosto era a Bologna! L’1 dorme all’hotel Centrale, e ne abbiamo prova certa. Le coincidenze iniziano a essere troppe. Quando ci sono elementi come questi – conclude Mantovano – per la magistratura le indagini dovrebbero essere un obbligo”.