Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, interviene sulla sentenza della Corte Costituzionale sui provvedimenti del Governo sulla scuola pubblica.
“La sentenza di ieri della Corte Costituzionale – spiega il presidente Errani – dà riconoscimento di validità ai problemi sollevati dalle Regioni, dall’Emilia-Romagna in particolare, sulle decisioni del governo in merito al dimensionamento della rete scolastica”.
“Di fatto – continua – questa decisione fornisce una ulteriore precisazione della linea di demarcazione dei poteri di Stato e Regioni, fra ambiti esclusivi ed ambiti di legislazione concorrente, confermando che le Regioni hanno piena titolarità, nel quadro dei principi di legge, sul tema della organizzazione della rete scolastica e che quindi lo Statonon può in via regolamentare, come invece previsto dalla Legge 133/08, condizionare le loro autonome scelte”.
“Al di là del significato giuridico della pronuncia va colto un segnale politico rilevante: il tema scuola, come altri del resto, così importante per la difesa e lo sviluppo dei diritti di cittadinanza deigiovani, non può essere affrontato in termini di puro risparmio, con atti prevaricanti ed illegittimi. I territori vicini agli interessi delle persone vanno coinvolti e rispettati nelle scelte che riguardano la fruibilità e l’ottimizzazione del servizio scolastico, secondo il dettato costituzionale – dice il presidente Errani – Mi auguro che da questa vicenda il Governo voglia cogliere un segnale più generale che riguarda la scuola; la necessità che il confronto e l’ascolto siano sempre presenti ed attivi, troppo importante il futuro dei giovani per essere gestito in arroccamento sulle proprie prerogative, le istituzioni sono chiamate a creare insieme le condizioni ottimali per la generalizzazione e la qualificazione della scuola”.
“Il Governo e il Ministro non minimizzino questa sentenza – conclude Errani – tutt’altro che marginale nei suoi significati, e riattivino immediatamente un programma di lavoro che corrisponda alle esigenze formative dei ragazzi, delle ragazze, delle loro famiglie”.