“Siamo fortemente preoccupati perché all’orizzonte c’è il rischio di una deregolamentazione selvaggia per i pubblici esercizi che avrebbe risvolti decisamente negativi – ha dichiarato Guerino Malagoli, vicepresidente provinciale di Fiepet-Confesercenti a commento della recente sentenza del Consiglio di Stato n. 2808/09, pubblicata nelle scorse settimane, che ha stabilito che il sistema di programmazione delle attività di somministrazione di alimenti e bevande basato sulla determinazione di parametri numerici “si pone in contrasto con le disposizioni di cui all’art. 3 del decreto Bersani”.
A seguito della sentenza si è venuto a determinare un vuoto normativo che va immediatamente colmato dalla Regione per evitare che le amministrazioni comunali a loro volta restino prive di regole di riferimento. Le nuove disposizioni regionali in particolare dovrebbero prevedere il rilascio da parte dei comuni di autorizzazioni di nuove aperture solo dopo una fase di concertazione con le associazioni di categoria.
“Per questo ci siamo attivati per chiedere alla Regione Emilia Romagna di adottare quanto prima quei criteri che siano di tutela per la categoria e in grado di impedire il proliferare indiscriminato di nuove aperture”, ha aggiunto Guerino Malagoli.
Inoltre anche in considerazione della funzione di aggregazione e socialità che i pubblici esercizi svolgono, Fiepet ritiene che per la qualificazione delle aree di interesse storico/culturale, come per il recupero di particolari edifici, sia necessario rilasciare autorizzazioni rivolte solo ad attività di somministrazione di elevata qualificazione.
Quanto alla programmazione della rete, Fiepet avanza la richiesta che la nuova normativa regionale preveda disposizioni di tipo urbanistico per procedere ad una zonizzazione del territorio in grado di individuare le caratteristiche ritenute indispensabili per l’autorizzazione all’insediamento di un pubblico esercizio.
“Solo con una puntuale programmazione della rete e salvaguardando le attività esistenti, oggi alle prese con un calo di presenze dovuto in primo luogo alla difficile congiuntura economica, è possibile apportare alla categoria un reale sostegno”.