Dietro il sorprendente pallore acquisito negli ultimi anni da Michael Jackson “potrebbe celarsi anche una malattia della pelle”, diversa dal tumore cutaneo che, secondo voci, lo avrebbe colpito piu’ di recente. A ipotizzare una spiegazione dopo la morte improvvisa della star del pop e’ la dermatologa Riccarda Serri, presidente della Skineco (Associazione italiana di ecodermatologia) e fan di Jackson, che secondo voci mai smentite si sottoponeva da anni a trattamenti sbiancanti con farmaci ad hoc. Pura “fantascienza”, invece, l’ipotesi di un trattamento genetico ad hoc per inibire la pigmentazione della pelle, almeno secondo il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Istituto Mendel di Roma.Come si fa a diventare bianchi? “Esistono trattamenti e principi attivi, a base di idrochinone e idrocortisone, usati in dermatologia per schiarire le macchie. Si puo’ pensare – dice la Serri all’ADNKRONOS SALUTE – a un abuso di queste sostanze. Ma si puo’ ipotizzare anche che il cantante soffrisse di vitiligine, una malattia della pelle che si manifesta con chiazze non pigmentate. Un problema che puo’ essere scatenato, appunto, anche da un eccesso di sostanze schiarenti”. Ma, secondo Dallapiccola, “il problema di Jackson non era genetico, quanto farmacologico. Un eccesso di trattamenti chirurgici e di farmaci che puo’ aver mandato in tilt la pelle e stressato l’organismo, che poi ha ceduto”.C’è poi anche il desiderio irrefrenabile di apparire eterno ragazzo, l’indiscusso Peter Pan della musica pop, che può aver ucciso Michael Jackson, stroncato da un infarto all’eta’ di 50 anni, assieme alla sua dipendenza dalla chirurgia plastica: un ricorso continuo ai ritocchi che ne ha infatti completamente modificato la fisionomia, fino a mutare il colore della pelle. “Sottoporsi continuamente ad interventi, varcare ripetutamente le porte della sala operatoria – conferma all’ADNKRONOS SALUTE Antonio Rebuzzi, docente di cardiologia all’universita’ Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma – finisce infatti, complici le molteplici anestesie, per danneggiare il cuore”.Anche perche’ “un intervento di chirurgia plastica e’ un’operazione a tutti gli effetti, che a volte puo’ produrre anche conseguenze gravi, ad esempio dando luogo ad embolia polmonare”. Nel caso del re del pop, poi, i ritocchi erano da anni sistematici, “ed e’ facile che il cuore ne abbia risentito”. Provato, probabilmente, anche dal continuo ricorso ai farmaci: Jacko, a detta di chi gli stava accanto, sembrava averne sviluppato una vera e propria dipendenza. Tra i medicinali che sembrava consumare a man bassa, gli antinfiammatori con cui metteva a tacere i dolori che lo affliggevano, soprattutto il mal di schiena degli ultimi tempi. “Ed e’ noto – sottolinea Rebuzzi – che alcuni di questi farmaci inducono un aumento della pressione arteriosa”, nemico giurato del cuore.A stroncare la vita e una carriera che sarebbe dovuta culminare nell’ultimo tour in programma potrebbe essere stata anche la depressione con cui Jacko sembrava costretto a fare i conti da anni. Il male oscuro aveva contribuito alla sua vita da eremita, lontano da tutti e anche dai fan, quasi spaventato, almeno all’apparenza, dal contatto con la gente. “Alcuni studi – evidenzia il cardiologo – hanno dimostrato che i depressi reagiscono peggio all’infarto e sono maggiormente a rischio recidive”. Se alle prese con il mal di vivere, in altre parole, per un paziente è più complicato tenere a bada un cuore malconcio. Proprio come quello dell’icona indiscussa del pop, che lo ha tradito alla vigilia del suo ultimo e attesissimo appuntamento con il pubblico.Ma per Matthias Gensior, chirurgo plastico tedesco, qualunque cosa abbia ucciso Michael Jackson non ha nulla a che vedere con i suoi interventi di chirurgia estetica: “Le medicazioni utilizzate durante e dopo gli interventi estetici non possono arrecare danni ai pazienti, ne’ tantomeno provocarne la morte”. Gensior, segretario dell’Associazione Tedesca di Chirurgia Estetica, sostiene che non ci sono notizie sul fatto che il cantante si sia sottoposto di recente ad interventi estetici e descrive Jackson come un classico caso di dismorfofobia. “Aveva un grave difetto di personalita’, era costantemente insoddisfatto del suo aspetto esteriore” ha affermato il chirurgo, sostenendo che persone come Jackson non dovrebbero mai sottoporsi ad interventi estetici. “Il problema – ha aggiunto – e’ che ci sono chirurghi che per denaro farebbero qualunque cosa “.
Fonte: Adnkronos