Il 61% degli infortuni sul lavoro è concentrato nelle aree del Nord a maggiore densità occupazionale: in particolare Lombardia (149.506 casi), Emilia Romagna (123.661) e Veneto (104.134), da sole assommano oltre il 43% degli eventi infortunistici denunciati nell’intero Paese. Nel 2008 gli incidenti sul lavoro in Emilia Romagna sono stati in totale 123.661 contro i 130.545 del 2007, con una diminuzione del 5,3%. Rimane stabile invece il numero degli incidenti mortali, 112 nel 2008, uno solo in meno rispetto al 2007.
I morti sul lavoro sono in crescita, rispetto al 2007, nella provincia di Ferrara (da 9 a 20), Rimini (da 4 a 8), Piacenza (da 5 a 11) e Ravenna (da 10 a 14). Si registra un lieve aumento degli infortuni totali, invece, solo nella provincia di Forli’-Cesena (0,5 per cento), a fronte di una diminuzione complessiva nelle altre province.
I dati esposti da Inail nella giornata di ieri sono dati macro che premiano i valori assoluti e non consentono facili generalizzazioni: per molti comparti lavorativi a rischio occorre che vengano svolti approfondimenti valutando il numero di infortuni in rapporto non solo al numero delle aziende e dei lavoratori occupati ma anche a quello delle ore lavorate. Infatti in una fase di crisi, che per molti settori ha avuto inizio con la crescita del ricorso alla cassa integrazione già dal terzo quadrimestre dell’anno scorso, occorre molta cautela prima di formulare giudizi definitivi sul miglioramento generalizzato della gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questi dati macro vanno scomposti e vanno individuate le situazioni critiche ove occorrono interventi di miglioramento. Assai preoccupanti sono poi i dati sulle malattie professionali, in particolare quelle riguardanti l’apparato muscolo scheletrico.
Per questi motivi occorre non abbassare la guardia: anche in Emilia Romagna esistono ancora troppe situazioni aziendali nelle quali la gestione della salute e della sicurezza è inadeguata e/o insufficiente. Il fatto che il numero degli incidenti mortali in regione sia rimasto stabile è un segnale allarmante di questa inadeguatezza.
Il dato generale sulla diminuzione degli infortuni esprime anche un effetto dell’introduzione di normative più efficaci, a partire dalla legge 626/94 fino al decreto 81/08. La decisione del governo di stravolgere negli aspetti fondamentali le norme che hanno consentito in questi anni miglioramenti nella gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è un atto grave che potrebbe interrompere questa tendenza al calo degli eventi infortunistici. La Cgil si oppone con fermezza a queste modifiche e invita il Parlamento a non procedere in tale direzione.
(Stefano Maruca, segreteria Cgil regionale Emilia Romagna – Gino Rubini, responsabile Ufficio salute e sicurezza sul lavoro Cgil regionale E-R)