sanitaQuando non e’ la Storia a decidere la loro sorte, tra attentati, suicidi e agguati, i leader autoritari sembrano avere la ‘pelle dura’, tanto da campare piu’ in la’ negli anni, spesso prossimi a sfiorare il secolo di vita. Piu’ longevi, in altre parole, grazie a un cervello che resiste meglio al trascorrere delle stagioni, merito – a detta di neurologi e psichiatri – di un’attivita’ cerebrale vivida che sembrerebbe rendere il loro sistema immunitario piu’ battagliero. La storia, del resto, pullula di esempi: solo da qualche mese, alla veneranda eta’ di 84 anni, si e’ spento l’ex presidente indonesiano Suharto, un leader ricordato come un uomo di ferro; il tiranno zimbabwese Robert Gabriel Mugabe, solito ripetere il motto ‘solo Dio puo’ destituirmi’, e’ nato nel ’24 e ancor oggi gode di ottima salute; Mao Tse-Tung si spense a 86 anni; il Generalisimo Francisco Franco, ricordato anche come il Caudillo, conto’ 83 candeline; Augusto Pinochet mori’ a 91 anni; Fidel Castro, oggi 83enne, ha passato la mano al fratello Raul per problemi di salute, ma pare che le sue condizioni siano migliorate notevolmente, almeno a detta del ministro degli Esteri cubano, Felipe Perez Roque. Loro e tanti altri ancora, come se il potere fosse un vero e proprio elisir di lunga vita.

 “In qualche modo sembra esserlo – conferma all’ADNKRONOS SALUTE il neuropsichiatra Stefano Pallanti, dell’universita’ degli studi di Firenze – Pare, infatti, che la cattiveria metta a riparo da molte malattie. Soprattutto in personalita’, come quelle dei tiranni o piu’ in generale dei leader autoritari, che sfiorano o tendono alla paranoia, intesa come percezione di grandiosita’ e senso di persecuzione: la necessita’ di guardarsi sempre alle spalle rende piu’ attivo il cervello, con ripercussioni positive sul sistema immunitario”.

 Esser guardinghi, poiche’ consapevoli dei rischi altissimi per la propria pelle, “rende il cervello ipervigile – conferma Pallanti – rendendo il sistema immunitario piu’ battagliero e pronto a difendersi da invasori dannosi per la propria salute”. Per questo, dittatori e tiranni sembrerebbero “meno inclini ad ammalarsi di cancro – fa notare il neuropsichiatra – e, piu’ in generale, maggiormente a riparo da malattie che colpiscono le difese dell’organismo”.Ma c’e’ anche il rovescio della medaglia per chi si avvale di metodi autoritari. “La forte motivazione, la determinazione eccessiva e focalizzata su obiettivi univoci – precisa Pallanti – accende il sistema dopaminergico con qualche rischio in piu’ sul fronte dei disturbi neuropsichiatrici. E’ noto, ad esempio, che Hitler soffrisse del morbo di Parkinson”. Sistema immunitario piu’ forte e vigoroso, dunque, ma qualche rischio in piu’ sul fronte neurodegenerativo.

“Ma senz’altro – fa notare Antonio Lo Iacono, presidente della Societa’ italiana di psicologia (Sips) – la follia o la perfidia sembrano rappresentare delle ottime corazze per il nostro sistema immunitario. Non e’ un caso – aggiunge – che spesso le persone con un carattere psicopatico, dunque manipolatrici, prepotenti, tendenti a sedurre ma in modo subdolo, tendono ad ammalarsi proprio quando riusciamo a guarirle e finalmente cambiarle. E’ come se le loro difese ne risentissero, rendendole piu’ fragili fisicamente”. Quando invece padroneggiano il potere, “mostrano una capacita’ di gestire lo stress superiore alla media – riconosce Alberto Albanese, docente di psichiatria all’universita’ Cattolica di Milano – anche perche’ tengono bene a bada il senso di colpa, non rimuginano troppo sui loro errori o su decisioni impopolari”.Dritti alla meta, dunque, anche se questa puo’ generare malessere e sofferenze.

“Mentre personalita’ ossessive, ovvero persone che tornano continuamente sui propri passi – spiega – tendono ad ammalarsi di piu’, mostrandosi maggiormente cagionevoli”. “Il cervello di tiranni, invece, sembrerebbe gestire il carico di stress, altissimo nel loro caso, molto meglio. E l’iperattivita’ cerebrale che contraddistingue le loro menti – conclude – parrebbe trasformarsi in un toccasana per la salute”. “Di tiranni vissuti a lungo ne e’ piena la Storia – fa notare ancora Lo Iacono – e’ cio’ nonostante molti abbiano visto le loro vite stroncate da morti violente. Saddam Hussein, ad esempio, e’ morto a 69 anni, ma godeva di ottima salute, mostrava molti anni in meno e se non fosse stato giustiziato probabilmente sarebbe vissuto a lungo”. Autoritarismo e tirannia, dunque, sembrerebbero legati a doppio nodo con la longevita’, a conferma dell’antico adagio ‘l’erba cattiva non muore mai’.

 

Fonte: Adnkronos