L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia si inserisce nell’ambito della Biennale del dialogo interculturale “Mondinpiazza” di Reggio Emilia con un’iniziativa di forte spessore culturale e di approfondimento sul tema del linguaggio e del suo impatto sulla società.
Domani, sabato 18 aprile 2009, a partire dalle ore 9.00 presso la Sala degli Specchi del Teatro “Romolo Valli” si terrà infatti l’incontro aperto al pubblico “Impronte lessicali – Come le parole costruiscono la realtà sociale in un contesto multiculturale”.
Organizzato in una collaborazione tra il RIMI Lab – Centro di Ricerca e Interventi su Relazioni Interetniche, Multiculturalità e Immigrazione del Dipartimento di Scienze Sociali, Cognitive e Quantitative dell’Ateneo emiliano e l’Assessorato alla Coesione e Sicurezza Sociale del Comune di Reggio Emilia “Impronte lessicali” si inserisce all’interno delle manifestazioni del fine settimana reggiano, come un momento di approfondimento e soprattutto di scambio di opinioni fra gli esperti presenti e il pubblico partecipante, incentrato sull’analisi di come le parole abbiano un ruolo di primo piano nell’incidere l’immagine della realtà in particolare in riferimento agli aspetti dell’immigrazione e della multiculturalità, elementi caratterizzanti le nostre società.
Pregiudizio etnico, discriminazioni, razzismo sono tutti atteggiamenti che si radicano così nella percezione che abbiamo della realtà anche attraverso la scelta del linguaggio.
Ospiti dell’iniziativa, coordinata dal prof. Dino Giovannini, Marco Aime, antropologo, i sociologi Maurizio Ambrosiani, Adel Jabbar e Maria Immacolata Macisti e il giornalista di Le Monde Philippe Ridet. Previsti gli interventi di rappresentanti dell’ASNOCRE – Associazione studenti non comunitari di Reggio Emilia, della Comunità Ucraina, dell’Organizzazione d’amicizia e cooperazione italo-marocchina e dell’UNGA – Unione della nuova generazione.
A chiudere l’iniziativa la performance di Ivano Marescotti “Lei capisce il dialetto? Non lo parlo mo’ lo capisco”.
Il convegno avrà volutamente una caratterizzazione non “accademica”, per favorire la partecipazione e lo scambio di visioni fra gli esperti di fama riconosciuta e il pubblico.