Domani, 13 febbraio, Giuseppe Di Pasquale, direttore della Cardiologia dell’Azienda USL di Bologna e presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, sarà ricevuto al Quirinale insieme ad altri professionisti italiani, in occasione della concessione, da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dell’Alto Patronato per l’iniziativa “Per il tuo cuore”, che ha come obiettivo la ricerca e individuazione di nuovi percorsi terapeutici personalizzati.
Fino al 15 febbraio, donando 2 euro attraverso un SMS o chiamando da telefono fisso il numero 48545 (da Tim, Vodafone, Wind e Telecom Italia), si potrà aiutare la ricerca sulle malattie cardiovascolari per scoprire meccanismi di malattia e di protezione ancora ignoti.
Attraverso questa raccolta fondi la Fondazione “Per il Tuo Cuore” lancia una nuova strategia di ricerca che pone al centro dell’attenzione la persona e le sue specificità piuttosto che la malattia e la relativa standardizzazione. La ricerca riguarda, infatti, i casi che si discostano, per specifiche individualità, dagli standard più comuni di evoluzione della malattia sui quali si dovrà concentrare la ricerca di base del futuro, in maniera da identificare nuove terapie e misure di prevenzione sempre più personalizzate, “su misura”.
“Per il Tuo Cuore” è il proseguimento di una esperienza rivoluzionaria nell’ambito della cardiologia, che ha portato la ricerca italiana a eccellere a livello mondiale: gli studi del Gruppo Italiano per la Studio della Sopravvivenza nell’Infarto miocardico (GISSI).
La Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, diretta da Giuseppe Di Pasquale, è stata uno dei principali centri cardiologici italiani nel più recente Studio GISSI AF (Atrial Fibrillation), del quale Giuseppe Di Pasquale è stato uno dei coordinatori.
Lo studio GISSI AF, condotto su 1.442 pazienti con fibrillazione atriale (l’aritmia più frequente con una prevalenza di 500.000 casi e 60.000 nuovi casi all’anno) in 114 centri cardiologici, che è già stato accettato per la pubblicazione dal New England Journal of Medicine, ha dimostrato l’inefficacia del farmaco “valsartan” nella prevenzione delle recidive dell’aritmia.
I risultati dello Studio GISSI AF evidenziano, ancora una volta, un importante insegnamento: prima di considerare efficace un nuovo trattamento farmacologico è indispensabile disporre di evidenze che solo la ricerca indipendente, attraverso i grandi trial clinici randomizzati, rigorosamente condotti su ampie casistiche, può fornire.
La cardiologia del Maggiore, un modello di riferimento per l’Italia e per l’estero
La mortalità intraospedaliera per infarto all’Ospedale Maggiore è diminuita del 33% nel corso degli ultimi anni (dal 2002 al 2007), uno dei progressi più significativi registrati in Italia.
Nel 2008 la Cardiologia dell’Ospedale Maggiore ha effettuato 2.000 ricoveri in regime ordinario e 190 in day hospital, 1.800 coronarografie e 900 angioplastiche, 195 ablazioni, 290 impianti di pacemaker, 55 di defibrillatori e 78.000 prestazioni ambulatoriali.
1700 ablazioni contro l’aritmia: tra i primi in Italia
Sono pochi i Centri italiani che hanno superato, finora, 1.500 ablazioni e che sono in grado di trattare anche forme complesse di aritmia. Il Centro cardiologico dell’Ospedale Maggiore, specializzato nel trattamento delle aritmie cardiache con ablazione transcatetere, risulta tra i primi per numero di casi trattati, 1.700, e complessità delle procedure svolte. L’ablazione è una tecnica impegnativa che richiede una formazione professionale, esperienza operatoria e abilità manuale, acquisibili solo attraverso anni di training in centri qualificati. Per tutte queste ragioni, la difficoltà di formare e di reperire operatori qualificati ha reso l’ablazione transcatetere delle aritmie più complesse appannaggio di pochi Centri Aritmologici Nazionali. Da oltre 10 anni il Centro Aritmologico dell’Ospedale Maggiore ha assunto un ruolo di riferimento distinguendosi non solo per l’elevato numero di interventi eseguiti, ma soprattutto per l’alto grado di complessità dei pazienti trattati. Queste caratteristiche costituiscono da anni motivo di “richiamo” di pazienti da altre regioni o da altre province dell’Emilia Romagna (circa il 30% delle procedure). Inoltre, specialisti provenienti da altri Centri nazionali vengono periodicamente accolti presso il Centro Aritmologico della Cardiologia del Maggiore per svolgere stage di perfezionamento.
Un modello in rete
Le cardiologie e i laboratori di emodinamica del Policlinico S.Orsola e dell’Ospedale Maggiore, di tutti gli ospedali della provincia e del 118 lavorano in rete. Un modello organizzativo, incentrato su due centri hub, Ospedale Maggiore e S. Orsola, consente di prestare la miglior cura nel tempo più breve grazie allo stretto collegamento tra tutti gli ospedali e il 118. Il tempo medio di intervento del 118 a Bologna è di 8 minuti, in caso di infarto il tracciato dell’elettrocardiogramma viene trasmesso dall’ambulanza direttamente all’unità coronarica dell’ospedale più idoneo al trattamento.
Grazie a questo modello a più dell’ 80% degli infartuati è stata garantita la riapertura dell’arteria coinvolta nell’infarto, con una riduzione della mortalità per infarto nella provincia di Bologna del 27%.