Il Consiglio provinciale di Modena ha votato all’unanimità la messa in liquidazione del Citer, il Consorzio per l’innovazione tessile di Carpi. «Un atto importante – ha affermato Palma Costi, assessore provinciale alle Attività produttive – che nasce dalla consapevolezza delle istituzioni e delle associazioni che lo compongono dell’opportunità di mettere in campo azioni e strumenti ripensati e modulati sulla gravità della crisi del comparto tessile ma anche sulle opportunità che la stessa crisi può aprire».
L’assessore Costi ha spiegato che dopo la decisione, assunta nel 2005 e alla quale ha partecipato anche la Provincia, di trasformare il Citer in ente accreditato della rete regionale dei centri di innovazione, la Regione stessa non ha completamente soddisfatto gli obiettivi posti nei settori ritenuti “maturi” tra i quali ha inserito, «a mio giudizio sbagliando» ha specificato Costi, anche il tessile-abbgliamento. Questa scelta ha portato a una forte riduzione dei finanziamenti pubblici e alla mancata approvazione di progetti che «hanno fortemente ridotto la possibilità di sviluppare progettualità autonoma da parte del Citer e hanno comportato problemi di esercizio nonostante la sinergia sviluppata con Carpi Formazione». Sulla decisione della messa in liquidazione del consorzio ha pesato da ultimo anche la presentazione, seguita al confronto con gli enti interessati, della Fondazione Cassa di risparmio di Carpi del progetto di un nuovo soggetto unico per il sostegno della moda quale polo di eccellenza per le attività di formazione, ricerca, innovazione, internazionalizzazione e promozione del settore. «La Provincia non entrerà nel capitale sociale del nuovo soggetto – ha concluso Palma Costi – ma svolgerà il suo ruolo di indirizzo e programmazione favorendo il raccordo con i tecnopoli per la ricerca industriale e con le politiche nazionali e regionali sulla competitività».
Il Citer «enfatizzato dagli enti locali mentre le aziende erano perplesse, andava chiuso tanto tempo fa» ha affermato Enrichetta Annovi (Fi-Pdl). Dello stesso parere anche Giorgio Barbieri (Lega nord) che ha aggiunto che «prima o poi bisognerà mettere le mani su un sistema tessile che oggi è gestito anche da etnie diverse e che quindi ha problemi e crisi diverse». Secondo Lella Rizzi (Pd) «se a Carpi oggi si punta molto sulla qualità è anche per effetto della cultura diffusa dal Citer». Per Dante Mazzi (Fi-Pdl) «si è speso denaro pubblico inutilmente e si scarica sugli enti locali il costo di un fallimento».