“Adoro i partiti: sono gli unici luoghi rimasti dove la gente non parla di politica”, la frase di Oscar Wilde sembra descrivere una situazione oramai conosciuta. Per questo all’interno della Scuola di Etica e Politica si cerca di raccontare un’esperienza che vede i cittadini impegnati nella partecipazione e attivismo politico al di fuori dei partiti, cercando di usufruire del principio di libertà di informazione e controllo. Protagonista di questa lezione sarà Piero Ricca presidente di Qui Milano Libera e noto ai più come mediattivista italiano.
Appuntamento questa sera – martedì 29 aprile – alle ore 21 in Gabella. Piero Ricca è un attivista e blogger italiano, divenuto noto per la sua attività politico-sociale e per le sue aspre critiche rivolte a vari esponenti dell’establishment politico, economico e mediatico. Appare raramente sui media (sporadicamente su reti televisive non nazionali) e utilizza Internet per poter comunicare al pubblico, soprattutto con il suo blog ed il sito YouTube. Lo stile per il quale è maggiormente noto consiste in colloqui faccia a faccia, interviste non convenzionali, performance al megafono, volantinaggi e manifestazioni di strada, riprese con videocamera digitale. Le registrazioni vengono solitamente caricate su YouTube, dove riscuotono un successo crescente di pubblico.
Per effetto delle sue azioni e delle sue dichiarazioni pungenti, Ricca, tuttora incensurato, ha ricevuto alcune denunce per “riunione non autorizzata”, di cui parla egli stesso nel suo blog. Le sue contestazioni hanno ricevuto un forte dissenso da parte di molti esponenti politici, sia di centro-destra che di centro-sinistra. Si sono invece espressi positivamente su di lui, tra gli altri, il politologo Giovanni Sartori, il magistrato Gian Carlo Caselli, Don Ciotti, i giornalisti Furio Colombo e Marco Travaglio (che ha definito Ricca “un esempio da imitare”) i quali vedono in Ricca un uomo libero e un baluardo dei più deboli.
Tra i tanti esponenti della politica italiana che Ricca ha incontrato vi è il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Mentre usciva dall’aula del processo SME il 5 maggio 2003, Berlusconi venne accolto da Ricca che gli urlò: “Fatti processare buffone! Rispetta la legge! Rispetta la Costituzione! Rispetta la democrazia! Rispetta la dignità degli italiani! O farai la fine di Ceausescu o di don Rodrigo!”
Nel febbraio 2005 fu condannato dal giudice di pace di Milano, Livio Morone, a un’ammenda di 500 euro ma fu, in seguito, assolto dalla Cassazione che annullò la sentenza e la rinviò al giudice di pace di Milano. A novembre del 2006 è stato definitivamente assolto dal giudice di pace di Milano. Nel processo è stato difeso dal fratello avvocato Beniamino Ricca e da Umberto Ambrosoli, figlio dell’ “eroe borghese” Giorgio Ambrosoli. Ha contestato Berlusconi anche in diverse altre occasioni, tra le quali una convention a Milano nel febbraio 2006 al grido di “corruttore”, un comizio milanese con il partito dei pensionati e la festa per il centenario Mondadori, vicende ampiamente documentate sul blog di Ricca e su YouTube.
Noto è stato anche lo scontro con Emilio Fede, il quale definito “abusivo” da Ricca ed altri membri di “Qui Milano Libera” al Circolo della Stampa di Milano il 16 aprile 2007. Il video della vicenda venne anche trasmesso dal varietà Striscia la notizia, ma la parte in cui Fede sputò ai contestatori non venne mostrata. Tuttavia il video integrale è disponibile sul sito YouTube. Dopo l’accaduto, il direttore del TG4 querelò Ricca per diffamazione e la Guardia di Finanza bloccò il suo blog per tutto il mese di luglio del 2007. Il sequestro del blog, che produsse una forte mobilitazione sul web, fu poi annullato in quanto abusivo.
Ricca si rese protagonista anche di una serie di scontri dialettici con Vittorio Sgarbi, a partire dal fatto che il critico d’arte venne condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per truffa aggravata allo Stato quando era funzionario alla sovrintendenza ai beni artistici della regione Veneto agli inizi degli anni novanta, ricorrendo alla falsificazione di certificati medici per assentarsi sul posto di lavoro. Il giornalista criticò Sgarbi anche per aver definito il magistrato antimafia Gian Carlo Caselli “verme infetto” a Palermo durante una convention di Forza Italia.
Un altro episodio eclatante fu l’intervista a Giulio Andreotti. Nel giugno 2006, all’università Bicocca di Milano, Ricca interpellò il senatore a vita sulla sentenza di prescrizione con riconoscimento di responsabilità di collusione con la mafia.
Altri politici finiti nel mirino di Ricca sono Clemente Mastella, Massimo D’Alema, Roberto Formigoni, Bruno Tabacci, Piero Fassino, Luciano Violante, Stefania Craxi, Enrico Boselli, Arturo Parisi, Marco Pannella. In tema di sospetta collusione fra mafia e politica, a marzo 2008 Ricca ha avuto un incontro con l’onorevole Marcello Dell’Utri.
Tra i giornalisti, Giuliano Ferrara, Paolo Mieli, Ferruccio De Bortoli, Gad Lerner, Bruno Vespa, Maurizio Belpietro. Ricca si è anche occupato in due occasioni dei manager Fedele Confalonieri di Mediaset ed Alessandro Profumo, legato ad ambienti politico-finanziari di sinistra.