Continua il ciclo di seminari dedicati al tema dell’interculturalità proposto dai Musei universitari e dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
Al settimo incontro fissato per questo pomeriggio alle ore 17,30 presso l’Aula Magna della facoltà di Lettere e Filosofia (Largo Sant’Eufemia 19) a Modena si parlerà di “Tradizioni, usi e costumi del popolo albanese” a cui parteciperà la dott. ssa Liliana Bushi della Arcadia Coop Sociale, presentata dalla prof. Elena Corradini, coordinatrice del ciclo di conferenze.
“In Albania, chiamata anche Shqipëria, letteralmente Paese delle aquile, – spiega la prof. ssa Elena Corradini, docente di Museologia all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e delegata del Rettore per i Musei Universitari – l’italiano è la lingua più diffusa dopo l’albanese. Nel nostro paese le comunità albanesi sono tra le più numerose. Nell’Italia meridionale la comunità di lingua albanese è conosciuta con il nome Arbëreshë o Arbereschi e vive in circa 50 località dove si mantengono vivi gli usi, i costumi, la lingua, la tradizione e la storia arbereshe”.
La conferenza, realizzata anche grazie al patrocinio della facoltà di Lettere e Filosofia, rientra nelle iniziative afferenti al Progetto ETNO, indagine di rilevamento del patrimonio culturale extraeuropeo in Emilia Romagna promosso dal Servizio Musei dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, aderisce alla campagna internazionale “1001 azioni per il dialogo”, lanciata col preciso proposito di promuovere il dialogo interculturale come fonte di ricchezza per favorire la comprensione reciproca e la convivenza.
“In questo senso – ha continuato la prof. ssa Elena Corradini – le raccolte etnografiche provenienti da paesi extraeuropei di cui sono ricchi i Musei Universitari del nostro Ateneo sono significative testimonianze della natura e cultura di altri popoli che possono essere interpretate come riflesso coerente della crescente dimensione multietnica per una reciproca comprensione e un indispensabile scambio culturale. Il ruolo educativo del museo diviene essenziale nel momento in cui riesce ad agire per costruire un approccio corretto ed efficace al dialogo interculturale assunto come esplicita finalità, intervenendo sulle conoscenze, sulla mentalità e sui comportamenti sia del personale interno, sia del pubblico autoctono e di origine immigrata. Il patrimonio culturale, caratterizzato da processi di contaminazione e integrazione, portatore di segni plurimi, è eccellente strumento per riconoscere e comprendere criticamente l’identità come la diversità culturale, il mondo proprio e altrui, per abilitare la competenza interculturale, per sollecitare il dialogo costruttivo e il confronto tra individui e comunità portatrici di istanze culturali differenti, per prevenire stereotipi e pregiudizi.”