consiglieri regionali del gruppo popolo della libertà/GDL, Fabio Filippi, Luigi Francesconi, Andrea Leoni e Ubaldo Salomoni, hanno presentato una risoluzione in cui si impegnano la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa a partecipare, “in via ufficiale, almeno ad una delle prossime iniziative di commemorazione dei Caduti di Cernaieto (RE)”.
Il 23 aprile 1945 – questo l’episodio oggetto della risoluzione – 24 militi della guardia nazionale repubblicana del presidio di Montecchio (RE), dopo due giorni di battaglia, concordarono con i partigiani “la resa, a patto di aver salva la vita e la condizione di non subire maltrattamenti e percosse”. “Il vicecomandante dei partigiani, nonostante la parola data nella trattativa di resa, – si legge nel documento – ordinò la fucilazione dei militi. L’ordine, tuttavia, non fu eseguito per l’intervento di un superiore e 21 militi vennero avviati verso la collina, da cui non fecero più ritorno”. Là, infatti, – scrivono i consiglieri – subirono un “processo sommario”, vennero “riconosciuti prigionieri di guerra” e, “in spregio alla convenzione di Ginevra, furono massacrati, anche se, nel contempo, la guerra era terminata”. Il 19 ottobre 1946, inoltre, la Prefettura di Reggio Emilia certificò l’esumazione di 21 salme, fra cui quella di una donna, in alcune fosse in località Cernaieto di Trinità, in comune di Casina (RE). Da allora – si evidenzia nel documento – sono passati oltre sessant’anni di “silenzio assoluto sull’orribile tragedia”, il cui ricordo, invece, “è ben vivo nella memoria di molti emiliani e di testimoni diretti tuttora viventi, parenti, amici e discendenti delle vittime”. Il “ripristino di un giusto giudizio storico sulle tragedie e sulle sofferenze della storia italiana e la condivisione di una memoria comune senza censure” rappresenterebbero quindi, a parere dei consiglieri, “un contributo fondamentale alla costruzione del presente e del futuro della nazione, fondandola su valori condivisi ed ideali di umanità, giustizia, verità, solidarietà e riappacificazione”. Di qui la richiesta di promuovere l’installazione di un “cippo monumentale nel luogo dell’eccidio” o altre iniziative che ricordino quanto accaduto in quella località.